Nazionali
De la Fuente Spagna: «Il CARISMA non è essere ANTIPATICI. Conoscevo la DEPRESSIONE di MORATA, ha fatto bene a parlarne. YAMAL? Lo ha toccato la MANO di DIO…»
Le parole di Luis De la Fuente, ct della Spagna campione d’Europa, su Alvaro Morata e Lamine Yamal
Ha vinto l’Europeo con la Spagna facendo un cammino splendido e mettendo in mostra il calcio migliore tra tutti. Luis De la Fuente è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport: domani anche per la Roja inizierà la Nations League.
IL CARISMA – «Nel mondo attuale sembra che l’unico modo per farti ascoltare e seguire, il cosiddetto carisma, ce l’hai solo se sei antipatico, maleducato, irrispettoso, superbo. Beh, io quel carisma non lo voglio. Abbiamo dimostrato che se sei normale, penso a comportamenti e relazioni, anche con la stampa, puoi vincere lo stesso. Che le cose funzionano anche con la normalità».
MORATA E L’AMMISSIONE DELLA DEPRESSIONE – «Esteriorizzando la sua fragilità Alvaro ha rafforzato il gruppo, aprendosi ha reso forti i suoi compagni, come se neutralizzasse le difficoltà. Ha umanizzato lo sportivo di successo, che nell’immaginario dev’essere sempre un super uomo. Alvaro può sembrare fragile, ma poi è una persona molto dura e forte che ha dovuto superare avversità enormi. Altri non ce l’avrebbero fatta».
SAPEVA LE DIFFICOLTA’ DI ALVARO – «Sempre. Ero cosciente di ciò che stava passando e ciò ci ha unito tanto, ha rafforzato la nostra relazione, che è molto oltre il rapporto allenatore-giocatore. Ho sentito qualcosa di profondo per una persona che stava lottando contro cose grandi».
LAMINE YAMAL – «Premessa: io punto sui giovani perché ci credo, non per una moda. Sono cresciuto nell’Athletic, dove la cantera è la vita. E poi sono venuto in Federazione, a formare. Se vedo talento lo uso. E Lamine Yamal è incredibile: in Germania ho detto che è stato toccato dalla mano di Dio, e così è. Poi c’è la testa, che va curata e aiutata anche se parliamo di una persona molto più matura dei suoi coetanei».
YAMAL E WILLIAMS FIGLI DI AFRICANI – «Rappresentano il futuro della nazione e della nazionale. Riuso la parola normalità: sono nati qui, sono spagnoli, cittadini, e questa è la strada da seguire perché rafforza la società e la cultura. In altre epoche eravamo noi ad emigrare, ora i flussi sono cambiati e sta a noi accogliere».