2012

Sotto il segno di Gasperson

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Nella giornata di venerdì, Gian Piero Gasperini celebrerà i suoi primi due mesi da allenatore del Palermo. Sessantuno giorni fatti, come si poteva tranquillamente prevedere, di alti e di bassi, di risultati esaltanti e di clamorosi scivoloni, passando per giornate in cui ci è mangiati le mani per l’occasione sprecata. Quel che resta di questi primi due mesi, e che verrà portato avanti nel proseguio dell’avventura, è che l’ex allenatore del Genoa ha portato una ventata di aria nuova, e senza dubbio positiva, prima nello spogliatoio rosanero e poi anche nella tifoseria, o almeno in buona parte di questa.

L’affluenza della gente allo stadio non è mutata più di tanto (contro il Milan c’erano appena 13mila persone al ‘Barbera’, contro il sold out fatto registrare sin dal ritorno nella massima serie), ma c’è la forte convinzione che questa squadra, complice soprattutto la palese inferiorità di altre formazioni, non dovrebbe avere troppi problemi nel centrare l’obiettivo minimo della salvezza. Anche perchè, come si è visto in queste prime nove uscite con Gasperson in panchina, in campo scende sempre (o quasi) una squadra che prova a imporre il proprio gioco, fermi restando i problemi in fase realizzativa: dieci gol in nove partite sono decisamente pochi, se consideriamo che quattro di questi sono stati realizzati solo nella gara contro il Chievo e che in ben quattro occasioni i rosa sono rimasti a bocca asciutta, e manifestano un mix di sfortuna e imprecisione, che colpisce spesso i finalizzatori rosanero.

A regalare un sorriso, almeno nell’ultima uscita del Palermo, ci ha pensato un ragazzino, capace di mettersi sulle spalle le attese e le speranze di una squadra e dei suoi sostenitori, in una delle gare più delicate della stagione. Paulo Dybala ha mandato al tappeto, praticamente da solo, una Sampdoria poco valida sul piano tattico ma difficile da bucare a causa della sua buona disposizione in campo, e la sua prestazione sopra le righe ha scatenato già le fantasie dei tifosi palermitani: il giovane puntero argentino può giocare assieme a capitan Fabrizio Miccoli?

Gasperini, nel post-partita di domenica scorsa, ha già risposto a questo dilemma, dicendo che i due non possono convivere per questioni tattiche, e non si può dargli torto: Miccoli è un attaccante statico, soprattutto per via di un fisico che non gli consente di essere agile e scattante come un tempo, per cui non può svolgere le due fasi in maniera sempre brillante; Dybala, nonostante porti alla squadra una grande iniezione di freschezza fisica, nasce come prima punta, e in quanto tale non ha nelle corde il lavoro che Ilicic, Brienza e in alcuni casi Giorgi hanno svolto in maniera ottimale, anche quando c’è da difendere. Chi vorrebbe vedere la Joya e il Romario del Salento insieme, dunque, si arrenda; chi spera che l’esplosione dell’ex puntero dell’Instituto de Cordoba porti a un’esclusione dell’apatico trequartista sloveno, veda sopra.

Il Palermo targato Gasperson è cresciuto con una veste cucita su misura, nonostante latenti limiti di natura tecnica e l’improvviso cambio tattico rispetto al rigido e mal interpretato 4-4-2 del prode Sannino, e come tale arriverà a gennaio provando a vivacchiare con i punti che troverà per strada. Toccherà alla dirigenza, con i previsti movimenti sul mercato, mirati, poco spendaccioni ma già strillati dai vari Lo Monaco, Zamparini e Miccichè, fare ciò che serve per rendere la macchina rosanero più prestante in vista della seconda parte di questo campionato.

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