2017

Tottenham ai raggi X, ecco l’ostico avversario della Juventus

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L’urna di Nyon dice Tottenham: l’ennesima rincorsa della Juventus alla conquista della Champions League passa da Alli e compagni

Sarà il Tottenham l’avversario della Juventus per gli ottavi di finale della Champions League 2017-18: il sogno – o l’ossessione oramai, fate voi – bianconero trova il primo ostacolo negli uomini di Pochettino, una realtà consolidata da diverse stagioni nelle zone alte della Premier League. Poteva andare peggio, dice qualcuno, o meglio sostiene qualcun altro: è la solita eco mediatica che un sorteggio si porta dietro per definizione. Si giocherà tra febbraio e marzo, con la regola che premia le prime classificate e dunque teste di serie: saranno loro infatti a giocarsi il ritorno tra le mura casalinghe. Ammesso che questo sia ancora valutabile come chissà quale vantaggio comparato.

Tottenham, l’andamento

Dopo il terzo posto nella Premier League 2015-16, quella clamorosamente vinta dal Leicester di Claudio Ranieri, ed il secondo ottenuto nella scorsa edizione alle spalle del Chelsea di Conte, un po’ tutti si aspettavano l’anno della definitiva consacrazione: le cose invece non stanno andando come previsto, il Tottenham arranca in classifica e si ritrova attualmente ad occupare la sesta piazza con un bottino di appena ventotto punti in sedici gare disputate, alla media dunque di 1.75 punti a partita. Un bottino troppo magro per una squadra di quel valore e di comprovate ambizioni. Tutt’altra musica in Champions League: nel gruppo di ferro dell’appena conclusa fase a gironi – con Real Madrid, Borussia Dortmund ed Apoel – il Tottenham si è messo dietro tutti, campioni in carica compresi, senza perdere una gara che sia una. Sedici i punti dello strepitoso cammino internazionale centrato dalla banda Pochettino, cinque vittorie ed il solo pareggio sul campo di quel Real Madrid che si è aggiudicato le due recenti edizioni. Quindici reti all’attivo (alla media di 2.5 a partita) e solo quattro incassate in un raggruppamento così insidioso sotto il profilo delle rispettive proiezioni offensive, statistiche invece non confermate in campionato, dove il Tottenham con ventotto reti all’attivo in sedici gare viaggia alla media di 1.75 reti a partita, anche il passivo – 14 gol incassati e quinta difesa del torneo alle spalle di Manchester City, Manchester United, Burnley e Chelsea – non convince affatto.

Tottenham, i punti deboli

L’equilibrio generale dunque non è stato raggiunto: non come eravamo abituati ad immaginare il Tottenham, una squadra forte delle sue convinzioni ma a cui è mancato spesso il guizzo finale per aggiudicarsi qualcosa di concreto. No, in questo caso è la torta che pare venir meno ed il discorso di conseguenza ribaltarsi: non c’è continuità nel rendimento generale e la magra Premier League condotta finora lo dimostra in pieno, ma la luce accesa in Champions testimonia il percorso di crescita e consapevolezza che i campioni di questa squadra stanno ultimando. Non ha aiutato l’incertezza tattica iniziale, non quella sfiducia insita nella consapevolezza di ritrovarsi – a turno – un avversario più strutturato avanti. La leva motivazionale quest’anno passa dunque proprio dal cammino in Champions League, ed è anche con questo che dovrà fare i conti la Juventus di Allegri. La sensazione: qualora il tecnico bianconero – non ad esempio come accaduto nella recente sfida scudetto con l’Inter – opti per l’impiego di buona parte dei suoi calciatori rapidi e talentuosi, la difesa inglese possa nel complesso soffrire determinate velocità. Più nel mezzo che sulle corsie. La carta Dybala tra le linee è da giocare al meglio: l’argentino può mandare in cortocircuito la già rivedibile tenuta attuale del Tottenham di Pochettino.

Tottenham, i punti forti

Riassumibile in una parola: talento. Qui ce n’è da vendere. Abbinato alla velocità d’esecuzione, all’intensità fisica ed alla giovane età fa il resto: il Tottenham ha nel suo arco calciatori che fanno la differenza e che hanno imparato a farla contro qualsiasi avversario. Dele Alli su tutti: il nuovo fenomeno del calcio inglese sa assumere diversi aspetti nel corso di una partita, la sua posizione tra le linee è difficilmente leggibile e basta perderselo un attimo per consentirgli di risultare letale. Ha affinato l’aspetto qualitativo e la lettura delle situazioni: i sei assist serviti tra Premier e Champions League un biglietto da visita in tal senso. Harry Kane è la solita macchina da gol: 12 le reti già firmate in Premier League, alle spalle del solo Salah. Ma dove si è superato è proprio in Champions: i sei gol siglati in cinque partite la dicono lunga su un interprete che negli ultimi metri sa sempre trovare la carta giusta. Al fianco dei due trascinatori si è elevato Christian Eriksen, che ha finalmente accantonato il difetto originale della scarsa continuità: segna, anche contro il Real Madrid, fa assist ed è costantemente al centro del gioco richiesto da Pochettino. I tre tenori del Tottenham hanno rispettivamente 21, 24 e 25 anni: l’irrazionalità e la sfrontatezza del tutto è qualcosa che la Juventus dovrà tenere in debita considerazione se non vorrà lasciarsi trovare impreparata dal doppio confronto. Magari reputandolo più che alla portata: non è così ed occorrerà il vestito migliore per spuntarla.

Juventus-Tottenham, i precedenti

Si tratta di un confronto inedito: tra Juventus e Tottenham non ci sono precedenti ufficiali. Una statistica però inchioda i bianconeri e li costringe all’immediata reazione: nelle ultime cinque sfide di andata e ritorno con club inglesi la Juventus non si è mai aggiudicata il passaggio del turno. Clamoroso ma vero: è andata così nella Champions League 1998-99 con il Manchester United, nel 2004-05 con il Liverpool, nel 2005-06 con l’Arsenal, nel 2008-09 con il Chelsea e nell’edizione dell’Europa League 2009-10 con il Fulham. Altra ragione dunque per ritenere il sorteggio odierno di Nyon tutt’altro che comodo come tanti vorrebbero far intendere, per la sola circostanza per cui sono state evitate altre compagini più blasonate. Anche nel confronto di stili la Juventus ha storicamente più carte da giocarsi – soprattutto se consideriamo il doppio scontro di andata e ritorno – ad esempio contro squadre spagnole, che prediligono il possesso palla e che rendono funzionali le transizioni bianconere e la storica abilità nel difendersi. Le inglesi sono invece squadre molto fisiche ed atletiche, lì dove diventa difficile per la Juventus imporre il proprio strapotere. Ad ogni modo c’è un tabù da sfatare, per andare avanti e per inseguire un sogno. Un’ossessione, per capitan Buffon in primis, che ha vinto tutto ma non la Champions League e che ha l’ultima chance della sua carriera per portarsela a casa.

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