2009
Sorensen: “Ho scoperto la Juve alla Play Station…”
L’impatto di Frederik Sorensen con il calcio italiano fu doloroso, in senso letterale: Ã?«Mi spaccai il naso in una partita delle giovanili bianconere a Chiusa Pesio, quest’estate. Scontro con un avversario, ma sono cose che capitanoÃ?». Tornò in Danimarca ammaccato nel fisico, ma l’animo non era mai stato così splendente: Ã?«So che si dice sempre così, anche qui da voi, ma il sogno stava diventando realtà Ã?». Il test era andato bene, e la Juve l’avrebbe preso in prestito dal Lyngby, squadra danese appena promossa in prima divisione, dove lui tra i grandi neppure aveva fatto una partita. Qui gliene sono già capitate due, da titolare, contro Cesena e Roma, senza farsi divorare dall’emozione e asfaltare dal nemico.
E forse gli toccherà pure a Genova, se Motta continuerà ad avere mal di schiena. A occhio, il danese è già un affare, comunque vada: ventimila euro per il prestito, altri 130.000 a giugno, volendolo riscattare. L’ad Beppe Marotta e Fabio Paratici, coordinatore dell’area tecnica lo pedinavano dai tempi della Samp, e il ragazzo era maturo per il collaudo. Il fisico, spalle larghe, abbondantemente sopra il metro e novanta, s’avvista da chilometri, ma per uno di diciott’anni pare aver pure la testa programmata per tentare la grande scalata. E l’attitudine all’apprendimento tutta nordica, che si tratti del nuovo idioma o della grammatica del pallone: Ã?«Voglio imparare l’italiano – racconta infilando già qualche parole in mezzo all’inglese – e per questo studio sei ore alla settimana. Sul campo invece, devo pensare solo a lavorare poi si vedrà Ã?».
Per telaio e per quei capelli sparati biondi d’ordinanza, in patria l’avevano già affiancato a Kjaer, l’anno scorso a Palermo e ora in Germania. Lui frena: Ã?«Lasciamo perdere, io sono appena all’inizioÃ?». Non male, però, avendo già messo i piedi in serie A: Ã?«Ha sorpreso anche me perchè pensavo di venire qui e farmi un anno in Primavera a imparare. Invece mi sono capitate queste due occasioni. Un mix di capacità e fortunaÃ?». Dentro, dall’inizio, con il Cesena, pronti e via e subito gol: Ã?«Ho pensato che era la cosa peggiore che potesse capitare, ma poi ho cercato di pensare alla partita. E mi sono detto: ‘Stai concentrato e arriva in fondo’Ã?». Gigi Del Neri gli ha fatto pubblicamente i complimenti: Ã?«Grande giocatoreÃ?».
L’aveva aiutato anche sulla soglia del primo passo, quando la paura ti può fregare: Ã?«Del Neri mi ha detto di stare tranquillo e di non preoccuparmi. Ringrazio anche i miei compagni, che mi hanno dato consigliÃ?». A guardarlo c’era la famiglia, papà Peter, mamma Lone e il fratello Andreas, 15 anni. Ã?«Verranno anche il prossimo fine settimana, io tornerò a casa per NataleÃ?». Gli amici gli hanno spedito un sacco di messaggi. Quelli con cui giocava alla playstation: Ã?«Lì ho conosciuto la Juve, perchè non è che guardassimo molte partite in tvÃ?». Ora il videogame è reale: Ã?«Giocare qui è un sognoÃ?». Difensore da subito (Ã?«avevo 10 anniÃ?») i suoi idoli non possono che fare quel mestiere: Ã?«Mi piace molto VidicÃ?», del Manchester United. Tra gli italiani, al classico, Nesta o Cannavaro, preferisce la new age: Ã?«ChielliniÃ?».
Giorgio è pure quello che l’aiuta con l’inglese, insieme a Bonucci, soprattutto dopo i discorsi di Del Neri: Ã?«Parla davvero veloce, è un po’ difficile, ma cerco di capire tutto. Poi, alla fine, chiedo a qualche compagno. In campo uso l’italiano, e se me la vedo male, l’ingleseÃ?». Il sogno è quello di tanti, diventare un calciatore, ma era ossessione fin dalle origini: Ã?«Ho iniziato a giocare quando avevo sei anni, per divertimento, senza aver il sogno di farlo da grandeÃ?». In casa giocava papà , Ã?«fino alla serie CÃ?», ma il morbo deve aver contagiato solo Frederik: Ã?«Mio fratello gioca a golfÃ?». Almeno non ci si rompe il naso: Ã?«Per adesso preferisco lo stesso il palloneÃ?».
La Stampa