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Paolo Bertolucci: «Sinner è l’opposto di Leao, non va a fiammate…»
Paolo Bertolucci, ex tennista, ha parlato a La Gazzetta dello Sport di Milan-Roma e del paragone Sinner-Leao
Acceso tifoso del Milan, Paolo Bertolucci, ex tennista vincitore della Coppa Davis, spesso interviene sui social a difesa della propria squadra. Nel giorno di Milan-Roma, ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport.
LEAO COME SINNER – «Sono due sportivi diversissimi. Rafa può essere paragonato a Fognini, talentuoso ma discontinuo. A 24 anni sarà difficile correggerlo: migliorarlo sì, ma le caratteristiche di base restano quelle. Se in futuro arrivasse per lui un’offerta seria per cederlo, perché non pensarci? Sinner è l’opposto: c’è sempre, non va a fiammate, è dentro la partita da quando entra in campo fino a quando esce. Ha una forza mentale che in pochi hanno. Possibili paragoni rossoneri? Oggi non reggono, dovremmo tornare ai grandi campioni del Milan».
PIOLI – «Non so cosa accada a Milanello, non mi permetterei di giudicare da quattrocento chilometri di distanza. Ma credo pochissimo ai cambi in corsa a meno di un crollo inarrestabile. La corsa al Pioli “out” non la capisco, anche perché servirebbe un “in”. Nessuno di quelli che critica offre soluzioni credibili per un futuro allenatore che subentri e garantisca subito risultati. Se il club ritiene che il ciclo sia finito si muoverà in estate. Non sono dell’idea di cambiare a pochi messi dalla fine della stagione».
PANATTA ROMANISTA – «Lui sa che vinco quasi sempre io, per me è diventato un divertimento. Come tifosi siamo entrambi un po’ giù, poi ci chiameremo, ci prenderemo in giro sulla partita e spero di sentirlo ancora più insoddisfatto».
MILAN-ROMA: SU CHI PUNTARE – «Pulisic mi piace, è affidabile, concreto, garanzia di rendimento. Apprezzo la sua serietà, si vede che sa comportarsi e non a caso arriva da campionati esteri. Non fa sceneggiate, non perde tempo. Nel nostro calcio serve più attenzione da questo punto di vista. Ci concentriamo poco sull’aspetto strettamente sportivo. Il rigore di Milan-Atalanta lo abbiamo rivisto decine di volte, dei meriti o dei demeriti delle due squadre si è parlato di meno».