2016

Simoni: «Genoa più combattivo della Samp»

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«I migliori anni della mia carriera al derby, lì quello più sentito»

Dopo Garbutti e Gasperini, Simoni è il terzo allenatore con più panchine in campionato nella storia del Genoa. Scontato, dunque, che tifi il Grifone nel derby della Lanterna: «Gli anni al Genoa sono stati i migliori della mia carriera. E poi di derby ne ho vissuti tanti, ma fidatevi: nessuno è sentito come quello della Lanterna. Sono stato a Milano, Torino, Roma, ma a Genova è un’altra storia. In quelle piazze si è abituati a puntare anche ad altri obiettivi. A Genova, invece, si pensa al derby tutto l’anno. La città è costantemente concentrata su quell’incontro che è il momento clou della stagione. Così le sfide sono più accanite e di conseguenza le emozioni sono più forti. Le altre stracittadine le ho sempre sentite meno, per me il derby è Genoa-Sampdoria», assicura a Il Secolo XIX l’attuale presidente della Cremonese.

LE PRESSIONI – Simoni tra l’altro ha vissuto il derby sia da calciatore che da allenatore: «Da giocatore era più dura, almeno per quanto riguarda i novanta minuti. Forse perché, anche se ero a fine carriera, ero comunque più giovane e quindi sentivo di più le pressioni. E poi sul terreno di gioco sei più partecipe, senti tutto di più. Però da allenatore aumentano le responsabilità nella preparazione, che da tecnico è più laboriosa.E poi avverti di più il sentimento della città e dei tifosi che ci tengono da morire».

L’AVVERSARIO – Un blucerchiato che gli ha dato problemi è Roberto Mancini: «Uno dei migliori calciatori della sua epoca. Roberto mi ha segnato un paio di gol nei derby, per questo non ci andavo troppo d’accordo…(ride), no, a parte gli scherzi, Mancini era un pericolo pubblico e poi era uno che si immedesimava nel clima da derby. Viveva molto la gara col Genoa, capiva quanto era importante per i tifosi e così arrivava al derby sempre in gran forma. Pur di vincerlo era disposto a ogni sacrificio.Aveva qualità e attenzione: era dura fermarlo».

LE SANSAZIONI – Dopo aver riannodato il nastro dei ricordi, Simone volge lo sguardo alla sfida di domani: «Ho visto il Genoa contro la Roma: ha perso ma ha giocato bene. I rossoblù sono più combattivi della Sampdoria che quest’anno, tra allenatore e giocatori, ha fatto troppi cambi. Certo il derby si gioca su un filo sottile tra tecnica, morale e imprevisti che vengono sempre fuori. Ma il Genoa ci arriva più tranquillo, con la salvezza in tasca, e può giocarsela al meglio. Stimo molto Gasperini. Trai giocatori mi piaceva tanto Perotti, bravissimo, come abbiamo visto anche  nella gara contro la Roma, ma purtroppo è andato via.Tra quelli che ci sono ora apprezzo molto Pavoletti, uno che mi sarebbe piaciuto allenare. Magari non ha un nome eclatante, però è davvero bravo, segna gol molto belli e in area di rigore trova spesso soluzioni che cambiano all’improvviso l’andamento della partita. Già all’andata ha fatto due gol, può ripetersi pure stavolta».

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