2014

Signori: «Gli amici? Sono rimasti in pochi»

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L’ex calciatore torna a parlare con il Guerin Sportivo

SIGNORI LAZIO CALCIO SCOMMESSE – Giuseppe Signori torna a parlare. Arrestato nel giugno del 2011 nell’ambito dell’inchiesta legata al calcioscommesse, l’ex attaccante biancoceleste si concede ai microfoni del Guerin Sportivo, in un’intervista interessante e ricca di particolari. Ecco le sue parole: «Ero a Roma, mi chiamano al telefono e mi dicono di andare alla Stazione Termini dove ci saranno due finanzieri in borghese per accompagnarmi a BolognaSaliamo sul Frecciarossa e mentre siamo in viaggio mi telefona mia sorella. Piange. ‘Beppe, dove sei?’. ‘Sul treno per Bologna’. ‘Non è vero, la televisione ha detto che sei in carcere’. La notizia la sapevano tutti, tranne il diretto interessato. E a Bologna stavano perquisendo la mia casa. Non ho mai ‘calcioscommesso’. Non ho mai ‘fatto’ una partita, nè truccato, nè corrotto nessuno. Certe cose le possono fare solo quelli che sono dentro le squadre, Io avevo solo il tesserino Figc, non ero tesserato. Adesso sto meglio, rispetto a tre anni fa. Ho il mio ristorante a Bologna, ‘Al Campione’, che mi tiene occupato. Ho la mia compagna che mi è sempre stata vicino, i miei figli che hanno sofferto molto, soprattutto per le notizie false dei primi giorni, Bologna mi è vicina. Gli amici? Sono rimasti in pochi».

CAPITOLO LAZIO – Parla anche del suo passato calcistico, dell’amore per la maglia della Lazio, nonché del particolare modo di eseguire i calci di rigore, senza rincorsa, per non dare alcun vantaggio all’avversario. E, un amore inossidabile con la curva Nord laziale: «Un legame stupendo. Ma tutto il periodo alla Lazio è stato fantastico. La fascia di capitano è stata la consacrazione di un rapporto con la squadra, con la società, con un ambiente magico. Ero il primo ad arrivare al campo, l’ultimo ad andare via. Il lavoro paga, sempre.».

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