2013
Siena, Pegolo: “Grazie Conte, spero in una big”
SIENA PEGOLO – La vera sorpresa, per rendimento, di questa prima parte di campionato, è senza dubbio il portiere del Siena Gianluca Pegolo, terzo dei portieri alle spalle di Marchetti ed Handanovic nella speciale classifica delle medie-voto stilata da La Gazzetta dello Sport.
Di fronte, la prossima volta, il bianconero avrà El Shaarawy: “Speriamo abbia mangiato un bel po’ di panettoni e si presenti appesantito – scherza l’estremo difensore senese – . Per qualcuno sono arrivato tardi, può darsi. Potevo forse dare di più prima, ho fatto qualche scelta sbagliata che poi ho pagato. Ho passato momenti in cui il morale non era al top e ho sempre dovuto rialzarmi. Sono anche stato sfortunato: ho perso un Europeo Under 21 per la rottura di un crociato, altrimenti sarei stato nel gruppo di Gentile che poi è diventato campione. Diciamo che l’inizio della storia poteva essere indicativo: esordio shock in serie A il 25 novembre 2001, Torino-Hellas 5-1, entro per Ferron a quaranta minuti dalla fine e incasso tutti i gol. Subito all’inferno, per poi risalire in paradiso: la settimana dopo, con il Brescia, mi riscattai parando un rigore. E arrivato a Siena ho dovuto aspettare un altro k.o., quello di Curci, per avere la mia chance. In questo caso, sfortuna sua, fortuna mia. Anche i sei anni in B a Verona, all’Hellas, per me sono stati davvero gratificanti“.
Quindi, l’arrivo di Conte al Siena e la risalita: “Conte volle reintegrarmi. Io ero emarginato, di fatto fuori rosa. Lui arrivò e mi rivolle nel gruppo, c’è una grossa stima reciproca. La svolta arriva quando dentro entra la fiducia, e altri fattori interni difficili da spiegare. Fondamentale è stato il lavoro settimanale con Savorani, il nostro preparatore dei portieri. Ora mi sento di offrire le mie parate a garanzia della salvezza, lo dico solo perché sono convinto che ce la faremo. Io in una big? Se dimostrerò di essere all’altezza, tutti ambiscono a una grande. La parata più difficile di quest’anno? Il rigore intercettato a Vukusic“.