2015
SIcurezza: luoghi a rischio e contromisure Uefa | GdS
Dopo i tragici fatti di Parigi si richiede una riflessione approfondita
Gli attentati di Parigi hanno sconvolto l’Europa ed hanno reso necessaria una riflessione anche da parte dei vertici del calcio, Uefa in primis, proiettandosi soprattutto verso i prossimi Europei del 2016 che avranno luogo proprio in Francia. La Gazzetta dello Sport si concentra oggi proprio sulle contromisure possibili per tutelare i tifosi che assisteranno alle sfide di Euro 2016: nonostante il momento più che mai delicato vissuto dalle principali federazioni inernazionali si prospettano rapporti più intensi e diretti coi governi e con le autorità competenti in ambito di sicurezza. L’attuale sistema attribuisce alla Uefa la questione delicata del controllo di stadi, hotel e campi base delle delegazioni: Euro 2016 prevede ben 51 partite, con un afflusso di tifosi sicuramente imponente, e al momento la cellula di sicurezza è composta da 16 persone con Ziad Khoury alla guida.
FAN ZONE E RITIRI – L’obiettivo, adesso, è quello di aumentare la sicurezza nelle fan zone e nei ritiri delle Nazionali. Massimiliano Montanari, capo di gabinetto della direzione dell’Icss, organismo specializzato nella sicurezza dello Sport, si è espresso in questi termini: «La minaccia va affrontata aumentando gli scambi di intelligence tra gli stati, facilitando la cooperazione tra le forze dell’ordine e le società private che vanno incentivate a investire di più per formare gli agenti. E sensibilizzando i cittadini. Le zone più a rischio, più che le fan zone, sono i luoghi più lontani dall’evento, i bar dei tifosi, perché più scoperti ma con la stessa copertura mediatica. Lo Stato non può affrontare da solo ogni minaccia, serve cooperazione, ma non deve replicare imponendo uno stato di polizia, per non darla vinta ai terroristi tradendo i principi fondamentali della nostra società».