2012

Show all?Olimpico: il primo errore di Montella, ora tutti sul carro di Zeman

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Come era lecito attendersi alla vigilia di RomaFiorentina – per qualità delle squadre, intensità di gioco ed approccio degli allenatori – all’Olimpico è andata in scena una grandissima partita. Ha vinto la Roma con merito perché ha messo in campo più determinazione ed è sulla buona strada nella ricerca di quadratura e continuità; ha perso la Fiorentina perché la squadra di Zeman in queste condizioni è difficile da limitare e per una serie di ragioni che ci apprestiamo ad analizzare.

MONTELLA SBAGLIA PER LA PRIMA VOLTA – Questa splendida Fiorentina della prima metà di stagione non è mai dipesa dalle prestazioni di un singolo: la viola ha vinto senza Jovetic, Pizarro o chi per loro. Non basta quindi l’assenza del cileno – apparsa questa sera troppo pesante nell’architrave toscana – per motivare il ko. Né quell’imprevedibilità che viene meno quando la luce di Jovetic non è accesa. C’è di più: c’è che questa volta Montella ha sbagliato la formazione iniziale. Rinunciare all’approccio originale con un assetto più coperto – sulla corsia destra Cassani in luogo di Cuadrado con quest’ultimo ad agire da seconda punta, privandosi della spinta del colombiano e trovando sfogo soltanto sulla sinistra con Pasqual, peraltro contro due esterni quali Piris e Balzaretti rimasti piuttosto bassi – ha snaturato la squadra ed alterato gli equilibri: facile parlare così a giochi fatti, ma anche alla vigilia della gara quando l’indiscrezione della scelta di Montella si era diffusa la sensazione personale era la medesima. Inutile immaginare di coprirsi in trasferta contro una squadra di Zeman, che per natura troverà sempre gli spazi per far male: più opportuno giocarsela al meglio delle proprie possibilità, con il tecnico viola che ha infatti sconfessato le sue scelte nell’intervallo restituendo un’identità alla squadra, comunque oramai costretta ad una partita di rincorsa. Poco male Vincenzo: il tecnico è di elevatissimo spessore e un errore di inesperienza ci può e ci deve stare.

LA ROMA DI ZEMAN – Della Roma di Zeman si era visto poco nel bene e nel male: anche nelle vittorie più convincenti il profilo della classica squadra zemaniana non era apparso con irruenza, così come le sconfitte erano dipese più da errori tecnici singoli che da situazioni di disequilibrio generale. Ora qualcosa si comincia ad intravedere: manca il fondamentale apporto dei laterali difensivi – carenti in contenimento ed assenti in sovrapposizione – ma le dinamiche offensive iniziano a funzionare grazie alla straripante qualità degli attaccanti e ad un centrocampo che ora corre più degli avversari, i cui interpreti si inseriscono a turno e con costanza in zona gol. Quando si sceglie di affidare una squadra a Zeman si deve mettere in conto ogni opportunità: la frase spesso abusata del “non guardare in faccia a nessuno”, che poi si traduce nel dare fiducia ai calciatori ritenuti più affini ad un progetto tattico e più validi a prescindere dal nome, è applicata nel pieno del suo significato soltanto da Zdenek Zeman. C’è a chi tutto ciò può non piacere, legittimo e ci mancherebbe, ma poi non sarebbe corretto salire sul carro del boemo dopo quattro vittorie consecutive.

IL CAMPIONATO DELLE DUE SQUADRE – Nonostante questo filotto di successi per la Roma e per Zeman la sfida non cambia: l’imperativo è la continuità. Non potrebbe bastare quest’anno una Roma bella a tratti ma innocua, con all’attivo qualche goleada e una classifica debole, con qualche colpo in trasferta sul campo dei migliori ma rimontata in casa da realtà meno attrezzate. La strada intrapresa potrebbe essere quella giusta a patto che non ci si allontani parecchio. Non potrebbero modificarsi le ambizioni di questa Fiorentina: gli ingredienti per continuare a sorprendere il campionato non mancano e chi li mescola ha tutte le carte in regola per accreditarsi tra i migliori allenatori del panorama nazionale. La viola ha già dimostrato di non dipendere da nessuno se non dalla sua brillante proposta calcistica, ma tra una settimana Pizarro e Jovetic saranno perfettamente arruolabili e per la squadra non potrà che risultare un toccasana. Se poi la società dovesse intervenire sul mercato e fornire a Montella un attaccante di elevato spessore la Fiorentina avrebbe l’onere di puntare davvero in alto.

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