2009

Serie A, un Chievo tutto cuore agguanta la Roma (2-2)

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Un Chievo tutto cuore dimostra di non soffrire il fattore casalingo e ancora una volta sforna una grandissima prestazione contro una squadra di primissimo livello come la Roma.

Dopo un primo tempo che ha visto la Roma protagonista, con Fabio Simplicio autore di una doppietta da vero opportunista, la squadra di Claudio Ranieri è calata nella ripresa sul campo pesante del Bentegodi. La formazione clivense entra in campo col piglio giusto e subito ha avuto qualche buona occasione con Pellissier. Pioli intravede l’impresa e cambia Marcolini, un centrocampista, con Granoche, una punta, ispirato in Coppa Italia contro il Novara con una doppietta.

Un minuto più tardi arriva il gol che riapre la partita firmato Moscardelli, anche se grande merito va dato pure a Julio Sergio, autore di una papera non indifferente sulla conclusione dell’ex Triestina.

La Roma reagisce con una bella combinazione brasiliana firmata Adriano-Simplicio, ma il tentativo del centrocampista stavolta è murato da Cèsar. Nel frattempo Ranieri opta anche per un cambio, fuori Greco e dentro Taddei, out da un mese e mezzo circa.

Succede tutto però negli ultimi dieci minuti. Ranieri cambia ancora, togliendo Adriano ed inserendo Borriello, ma sarà  Pioli a fare il cambio decisivo, inserendo Bogliacino al posto di un poco ispirato Fernandes. E’ proprio l’uruguagio che accende la luce ed all’83’ arriva la rete del pareggio di Granoche, entrata precedentemente, il quale batte in uscita Julio Sergio.

Si prospetta un finale amaro per la Roma, dove c’è anche Menez al posto di Simplicio, che termina in dieci per il rosso diretto a De Rossi che farà  molto discutere (in caso di sciopero infatti salterà  la sfida col Milan, ndr). Nel finale c’è anche l’assalto del Chievo con Julio Sergio che compie un miracolo su Pellissier, poi Burdisso s’immola ancora per respingere.

Alla fine ne viene fuori un pareggio emozionante, che tradotto in punti è sicuramente un passo avanti per il Chievo, mentre per la Roma rappresenta una delusione per come si erano messe le cose.

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