2016
Serie A, terra di simulatori
Non solo Belotti: 14 squadre coinvolte. C’è chi vuole squalifiche lunghe
La Serie A è un campionato di simulatori ed in questo noi italiani siamo sempre primi: non è più un modo di dire, ma sono statistiche e dati reali. Lo dicono i dati Opta, secondo cui la Serie A è in testa a tutti i campionati di grandi livelli per ammonizioni per simulazione: ben venticinque quest’anno fino ad oggi, ovvero più della Liga (che ne ha messe insieme ventitre), della Premier League (venti), della Ligue 1 (diciotto) e della quasi pudica Bundesliga (sei ammonizioni a giocatori per ammonizioni in tutto il campionato finora). Non è tutto: in Serie A lo fanno un po’ tutti. I giocatori di quattordici squadre su venti hanno ricevuto quest’anno ammonizioni per simulazione, mentre per dire, in Bundesliga, solo sei squadre su venti hanno avuto l’onere di tesserare giocatori simulatori. Parliamo ovviamente soltanto di simulazioni sanzionate con l’ammonizione, perché poi ci sarebbero quelle non sanzionate e non prese in esame, ed allora il numero sale…
IL CANCRO DELLE SIMULAZIONI – L’inchiesta, pubblicata stamane sul Corriere della Sera, prende il là dall’ultimo controverso episodio, quello che è costato la sconfitta all’Inter per la presunta simulazione (esente da prova tv però) dell’attaccante del Torino Andrea Belotti. La FIFA, qualche tempo fa, definì le simulazioni su un campo da calcio come un cancro da estirpare e qualcuno osò dire che si trattava di un fenomeno prettamente latino che aveva coinvolto poi anche qualche giocatore inglese o comunque del nord Europa. Sarà, ma come i dati dimostrato anche in Gran Bretagna ci sono i simulatori e non sono pochi (una simulazione di Christian Benteke del Liverpool qualche settimana fa ha fatto piuttosto scalpore in UK). C’è chi propone allora sanzioni esemplari: non limitarsi all’ammonizione, ma a cartellini rossi con annesse vere e proprie squalifiche (c’è chi parla addirittura di cinque giornate). Se ne può parlare, ma così fan (quasi) tutti.