2016
Operazione Fuorigioco: non resta più nulla
Un mese dopo dissequestrati i primi beni: tutti salvi tranne Moggi?
Un mese fa esatto partiva la cosiddetta “Operazione Fuorigioco”, l’inchiesta dela Procura di Napoli in collaborazione con la Guardia di Finanzia che portò al sequestro di beni per milioni di beni a giocatori, procuratori e società (come Milan e Napoli) per presunte irregolarità nel tesseramento di giocatori. Tra i nomi coinvolti, oltre a quelli di Adriano Galliani e Aurelio De Laurentiis, tanti altri nomi eccellenti del calcio giocato, come l’attaccante del Paris Saint Saint-Germain (nel frattempo passato all’Hebei China) ed Antonio Nocerino (ora agli Orlando City), oltre al procuratore Alessandro Moggi. Le irregolarità rigurdavano la triangolazione tra giocatori, società e procuratori appunto: il sospetto è che molti procuratori simulassero prestazioni da intermediari lavorando per le società (che pagavano ammortizzando i costi), quando in verità le prestazioni erano a vantaggio esclusivo dei propri assistiti. Taluni di loro, secondo gli inquirenti, avrebbero addirittura evaso il fisco non dichiarando in Italia. Questo avveniva più o meno un mese fa, perché un mese dopo dell’inchiesta già non si parla più e tutto pare destinato a finire nel dimenticatoio come una gigantesca bolla di sapone…
LO STRANO CASO DI MOGGI JUNIOR – Molti dei sessantaquattro accusati, infatti, hanno già fatto ricorso per il dissequestro dei beni (per un totale di 12 milioni di euro circa): il tribunale, spesso (ma non sempre), gli ha dato ragione. Ad Alejandro Mazzoni, l’agente di Lavezzi, il nodo cardine dell’inchiesta, perché proprio da un intercettazione di quest’ultimo era partita l’indagine, sono stati restituiti beni per oltre 400mila euro. Idem dicasi per l’ex direttore sportivo della Juventus Alessio Secco, che ha riottenuto parte dei beni sequestrati. Molti altri hanno deciso di non opporre ricorso, almeno per il momento, sicuri del fatto che l’indagine, molto probabilmente, non riuscirà a sfociare nemmeno in rinvio a giudizio e si chiuderà con un nulla di fatto. L’unico a cui è andata male è stato proprio Alessandro Moggi, che non ha ottenuto il dissequestro dei beni nonostante Nocerino abbia dimostrato tramite fattura il pagamento realmente avvenuto al procuratore. Non sono ancora note le motivazioni di tale diniego della Procura, ma certo è una grossa dissonanza rispetto all’andamento complessivo dell’inchiesta che, per il momento, si annuncia come un grosso polverone calcistico destinato a sparire come tantissimi altri. Staremo a vedere.