Editoriale

Serie A, da Milan e Napoli le risposte attese (dall’Inter)

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La trentaduesima giornata di Serie A sorride in tutto e per tutto all’Inter: Milan e Napoli steccano, dimostrando nuove lacune

La domenica della Serie A aveva un compito quanto mai impegnativo da assolvere: regalarci risposte sulla tenuta psicologica, prim’ancora che tecnica, di Milan e Napoli. Complice ovviamente il ritorno in pompa magna dell’Inter, d’improvviso travolgente e letale contro il Verona grosso modo come lo era stata nel 2021.

Ebbene chi ne esce con qualche, minima, sicurezza in più è la capolista Milan, stante anche l’emergenza che Pioli ha dovuto contrastare sul fronte infortuni. Rossoneri tutt’altro che travolgenti, sia chiaro, perché la gara contro il Toro è stata aspra, dura ed equilibrata esattamente come l’avevamo immaginata.

Il Diavolo ha saputo però essere squadra, come sempre d’altronde, anche nelle difficoltà, ma non ha trovato le giuste chiavi per scardinare la difesa di Juric, sorretta da un Bremer nell’ennesima occasione mostruoso per chiusure e letture. Per un attacco che continua a latitare in maniera preoccupante.

Giroud poco o nulla al di là di sponde e sportellate, Leao nella versione più fumosa che concreta, i vari Saelemaekers, Brahim Diaz e Messias troppo teneri ad altissimo livello. Insomma, il Milan non è più artefice unico del proprio destino e lo spettro del controsorpasso dei cugini più incombente.

Delusione enorme, invece, nel pomeriggio del Napoli di Luciano Spalletti, impietrito di fronte alla maledizione Fiorentina. Forse pleonastico rivangare l’epoca sarriana e quella tremenda sconfitta del Franchi, perché la Viola di Italiano aveva già fatto ripiombare nell’incubo gli azzurri eliminandoli dalla Coppa Italia, sempre violando il Maradona.

Troppo poco la verve di Mertens e la fame di Osimhen, ai napoletani sono mancate idee e geometrie, con Fabian Ruiz e Zielinski incolori come poche altre volte. E come se non fosse già abbastanza, Koulibaly e soci hanno sbandato vertiginosamente di fronte alle folate di Nico Gonzalez, vero mattatore mancino nel tempio dedicato al più grande numero 10 mancino. La strada verso lo Scudetto sembra inerpicarsi su pendenze troppo dure per la pedalata partenopea.

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