Editoriale

I silenzi affondano il Napoli e riabilitano la Juventus

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L’ultima serata di Serie A si rivela amarissima per il Napoli, dolcissima per il Milan e un toccasana per la Juve

Il cerino è rimasto dunque nelle mani del Napoli. Ne doveva rimanere soltanto una al di fuori della bagarre Champions League e l’amaro calice è toccato alla compagine partenopea. Una debacle inattesa per Insigne e compagni, bloccati dal Verona mentre Milan e Juve al contrario non si facevano cogliere impreparati all’appuntamento.

Una scena pressoché muta quella degli azzurri, impauriti e attanagliati dalla tensione dopo ultime settimane scintillanti. Nemmeno il gol in mischia di Rrahmani ha saputo sciogliere le gambe di un gruppo che pregustava già la grande impresa e che invece si ritrova ora con un pugno di mosche in mano.

Non ha funzionato il prolungato silenzio stampa, forse più scaramantico che altro, imposto dalla società, mentre il consueto tweet di De Laurentiis, estremamente discutibile, ha congedato pochi minuti dopo la conclusione della Serie A Rino Gattuso.

Per il tecnico calabrese ancora un’atroce beffa dopo quella già vissuta ai tempi dell’avventura in rossonero. Una beffa che davvero Ringhio non meritava dopo mesi a battagliare contro tutto e tutti, ma soprattutto contro il suo datore di lavoro che ben poco ha fatto per agevolarne la condizione.

E così a sorridere è stato innanzitutto il Milan di Stefano Pioli, capace di espugnare Bergamo e conquistare un secondo posto straordinariamente giusto per quanto dimostrato in tutta la stagione. L’ex tecnico di Inter e Lazio raccoglie i frutti di un percorso stupefacente che in pochissimi avrebbero pronosticato solo un anno fa.

A concludere il quartetto da Champions League, ecco poi una rediviva Juventus, ringalluzzita dal trionfo in Coppa Italia e graziata dagli inciampi partenopei. Nella passeggiata di Bologna, a stridere con la gioia è però la gestione di Cristiano Ronaldo, relegato in panchina per “eccesso di stanchezza”. Quasi a voler dimostrare che questa squadra può prescindere dal fuoriclasse lusitano e dai suoi silenzi.

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