2012
Serie A in campo a Santo Stefano e capodanno? Anche no
Come spesso è capitato negli ultimi anni, il calcio italiano, ormai sceso sotto il livello dei campionati che prima qualcuno prima si permetteva di deridere, prosegue sulla scia dell'”imitazione” per cercare un modo di rialzarsi.
Sta prendendo quota infatti l’ipotesi far scendere in campo la serie A anche nel corso delle festività natalizie e a capodanno. Il modello più credibile è ovviamente quello inglese, dove tale strategia è diventata ormai una tradizione dei giorni nostri. E i tifosi britannici hanno sempre dimostrato di gradire andare a seguire la propria squadra dal vivo nonostante ci si trovi nel pieno delle festività. E così una giornata come quella di Santo Stefano, da passare in famiglia, la si trascorre allo stadio ritrovandosi al proprio fianco anziché il fratello o il cognato, il portinaio di via Rossi o l’avvocato di corso Argentina. Tutta gente che non si conosce, insomma.
Ma se la Football Association decidesse di permettere agli allenatori di schierare dal primo minuto dodici giocatori piuttosto che undici in campo, la Figc o la Lega di serie A penserebbe a a prendere spunto? Sì. La risposta è semplice e quasi scontata. E saremmo punto e a capo.
Purtroppo la serie B è caduta nella tentazione e con l’aria di rinnovamento che aleggia nella cadetteria si è deciso di scandere in campo anche il 26 dicembre. Non che in Italia non sia mai successo. Scorrendo gli annali si trovano tracce, seppur remote, di partite disputate a ridosso del Santo Natale se non addirittura il giorno stesso, ma se l’idea è stata poi abbandonata nel tempo un motivo ci sarà stato.
Tuttavia, qualche giorno di pausa a fine anno non è mai da buttare via. Permette di riposare, di far riavvicinare i giocatori che provengono da più lontano ai propri cari e di riflettere su come proseguire una volta arrivato il momento di ripartire. Molte operazioni di mercato vengono tenute in stand-by proprio per sfruttare la sosta come momento per formalizzare al meglio la proposta da presentare per il giocatore che si vuole aggiungere alla rosa a seconda delle proprie esigenze.
E anche ai tifosi fa bene. Perché staccare la spina per due settimane (nemmeno complete) aiuta a rilassarsi e a mettersi alle spalle le solite critiche e polemiche che, almeno qui, esistono sempre e comunque ad ogni fallo, fuorigioco e gol fischiati. Poco più di una dozzina di giorni di stop non possono che essere salutari per il sistema intero. Se è vero che la serie A vuole tornare ai fasti di un tempo scelga strade più originali e semplici, come il potenziamento dei settori giovanili e la costruzione di stadi di proprietà, piuttosto che continuare a scopiazzare dagli altri. Anche perchè la stessa Bundesliga che ha soffiato un posto in Champions alla massima serie nostrana, ha sì due squadre in meno, ma addirittura va in letargo per un mese.