Calcio italiano
Conferenza stampa Tudor: «Partita difficile contro il Genoa. Calcio Blessin? Bel tema, ma…»
Igor Tudor, allenatore dell’Hellas Verona, ha parlato in conferenza stampa in vista della partita contro il Genoa
Igor Tudor, allenatore dell’Hellas Verona, ha parlato in conferenza stampa in vista della partita contro il Genoa. Le sue dichiarazioni:
ASSENZE – «Veloso non ci sarà, nemmeno Lasagna. Degli altri a qualcuno servirà ancora qualche giorno di recupero».
GENOA – «Lo avranno sicuramente motivazioni forti domani, ma questo stimola anche noi a fare bene. Dobbiamo finire bene il campionato e le ultime partite sono tutte difficili. Mi aspetto tanto equilibrio. Con Blessin loro sono cambiati e hanno messo in difficoltà tutte le squadre».
TIFOSI – «Sono contento ci sia tanta affluenza perché è importante sentire il loro sostegno»
CANCELLIERI – «Matteo è molto interessante, ha doti di scatto e un mancino che hanno in pochi. E’ il primo anno che si affaccia a un calcio serio. Deve crescere e nei prossimi due anni mi aspetto che esce ancora di più. Mi piace usare giocatori giovani, come Coppola anche. C’è qualche bonus, ma poi devi dimostrare di essere più bravo».
CASALE – «La società ci ha creduto, io non ho inventato nulla. Può crescere ancora anche lui e avere più continuità. E’ un ragazzo molto interessante».
BLESSIN – «È un grande tema: non esiste il calcio europeo, il calcio italiano, il calcio tedesco. Il calcio moderno è fatto di ritmo e corsa. Guardiola gioca un calcio, ed Emery ne fa uno completamente diverso. Nel calcio di oggi non si deve rinunciare a niente, la base sono il ritmo, l’intensità e il pressing. A quello devi aggiungere anche altre cose. Si parla solo di ritmo, anche Capello parlava del ritmo tedesco, ma che vuol dire? Nel calcio moderno non si deve rinunciare a niente. Forse solo il Barcellona aveva una sua identità particolare, ma parliamo di un solo club al mondo».
NAZIONALE – «Si certo che allenerei una Nazionale. E’ un lavoro diverso. Non condivido chi dice che ci vogliono mesi per dare un’impronta. Un allenatore deve incidere subito. A Conte, ad esempio, bastano due settimane e lo ha dimostrato».