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Serie A, Casini: «Il problema delle infrastrutture c’è anche nel calcio»

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Le parole del presidente della Serie A Lorenzo Casini al Business of Football Summit organizzato dal Financial Times

Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha partecipato al Business of Football Summit organizzato dal Financial Times. Di seguito le sue parole.

MEDIA COMPANY – «Sono due parole che possono dire tante cose. La Serie A è già una media company, cosa che ci ha permesso ad esempio di essere la prima lega di usare il fuorigioco semiautomatico. La riforma è legata al disegno a livello istituzionale: come può una associazione di club vendere meglio il proprio prodotto? Forse è meglio avere una società separata per farlo. L’assemblea ne discuterà, avremo diverse opzioni. Chi la possiederà? I club se seguiremo questo specifico modello. Nella mia visione sarebbe però in totale controllo della Lega Serie A altrimenti perderebbe la propria funzione».

STADI – «Dobbiamo ricordare che in Italia il calcio è lo specchio del Paese. L’Italia ha un problema infrastrutturale come Paese e c’è anche nel calcio. Quello che abbiamo imparato è che il problema non è legislativo, non è economico, il problema è burocratico, servono permessi a tutti i livelli. Per questo progetti come la candidatura a Euro 2032 può aiutare. Come risolvere il problema? Abbiamo preparato specifici progetti per ciascuno stadio anche a livello burocratico e li porteremo al Governo. Speriamo che almeno possa accelerare i processi. Nuovo Governo coopera? Siamo stati fortunati che il ministro dello sport Abodi fosse precedentemente il presidente della banca infrastrutturale. Questo è positivo per tutto lo sport».

DOMINIO PREMIER – «Il punto è che se guardiamo al sistema complessivo anche a livello sportivo pure per le federazioni, la situazione è diversa rispetto al solo aspetto economico. È cruciale che ci sia un cambio di paradigma a livello di cooperazione, senza non c’è modo di migliorare il calcio».

SUPERLEGA – «Come ho sempre detto, dobbiamo capire seriamente e analizzare profondamente le ragioni per cui è nato il progetto. Poi si può discutere su tempistiche e come è stato presentato il progetto, che non è stato positivo. Dobbiamo capire le ragioni. Sarò curioso di vedere la decisione della Corte UE, c’è un tema della separazione dei poteri che è un principio che riguarda anche le istituzioni. C’è conflitto di interessi UEFA? Non ho una risposta».

EVOLUZIONE DEL CALCIO – «Ho bambini e vedo come reagiscono alle partite oggi. Bisogna essere consapevoli di quello che ha fatto la Formula 1 per riacquistare pubblico dopo anni complicati. Ricordo i cambiamenti fatti anni fa, come la regola del portiere sul prendere la palla con le mani sul retropassaggio. Non è un tema per le leghe, ci sono IFAB E FIFA, ma servono proposte per rendere il calcio più divertente per le generazioni più giovani».

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