Editoriale
Serie A, la resa di Allegri e la sicurezza di Inzaghi
Il sabato della Serie A segna l’ennesima battuta a vuoto della Juventus e conferma l’ottimo stato di salute dell’Inter
Non è senza dubbio la Serie A che i tifosi della Juventus si aspettavano. E probabilmente nemmeno il ritorno all’azione che Max Allegri sperava di vivere dopo la lunga pausa di riflessione lontano dai campi.
Eppure c’è da guardare in faccia una realtà scomoda, costituita di 21 punti e 18 gol realizzati in 14 partite. Con un ottavo posto che allo stato attuale significherebbe fallire qualsiasi obiettivo di qualificazione continentale.
E il tecnico livornese lo ha fatto davanti ai microfoni al termine dell’ennesima prestazione scialba di questo travagliato inizio stagione: «Bisogna essere realisti della classifica che abbiamo: se siamo qui, momentaneamente valiamo questo. Quando dicono che è la rosa più forte in assoluto, che dovrebbe vincere il campionato, ci sono errori di valutazione. È una squadra che può lottare per i primi 4 posti, ora siamo indietro».
Una resa di fatto sostanziale quella di Max Allegri, anche perché Il successo dell’Atalanta allo Stadium acuisce una crisi di risultati senza precedenti nell’ultimo decennio. E fa salire in doppia cifra il divario dalla rivale di sempre, quella Inter che ha saputo infrangere il sogno del decimo Scudetto consecutivo.
L’armata di Simone Inzaghi passa anche in Laguna, senza strafare ma con la solidità e la sicurezza di chi sa inserire il pilota automatico. Settima vittoria nelle ultime nove partite, Champions League compresa, con i soli due mezzi passi falsi rappresentati dai pareggi in qualche modo beffardi nel derby e proprio contro i bianconeri.
Testimonianza di una crescita collettiva e individuale, leggasi alla voce di Calhanoglu, che rende i nerazzurri ancora una candidata credibile nella corsa verso il Tricolore che oggi vedrà la coppia di testa provare a rispondere per mantenere le distanze. Il Sassuolo per Pioli e la Lazio per Spalletti, non partite banali.