2015

Sepe: «Napoli? C’è anche la Premier»

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Il futuro del portiere dell’Empoli è tutto da scrivere

Il rinnovo siglato fino al 2019 non assicura un futuro nel Napoli per Luigi Sepe, che al termine della stagione potrebbe prendere anche una decisione clamorosa, cioè quella di lasciare l’Italia: «Penso che abbiano un po’ di fiducia in me. Comunque è presto per parlarne. Devi capire chi sarà l’allenatore, se la squadra andrà o meno in Champions League, non lo sanno neanche loro… Può capitare di tutto. Cosa sogno tra Napoli e Nazionale? La Premier League… Evito le preferenze in Italia, guardo all’estero. Amo tantissimo l’Inghilterra, Manchester United oppure Newcastle», ha dichiarato il portiere in prestito all’Empoli ai microfoni di Tuttosport.

LA SALVEZZA – Sepe, che resta fuori dal campo un tifoso del Napoli, ha parlato anche dell’exploit dell’Empoli in questa stagione nella massima serie: «Per la salvezza è quasi fatta, ancora tre o quattri punti e poi finiamo alla grande. Siamo già andati oltre le aspettative, con gente brava e giovane: Rugani, Saponara, Tonelli, Mario Rui. Il segreto? Siamo una famiglia: stiamo un sacco assieme, ogni giovedì tutti a cena. Lavoriamo su uscite da dietro con la palla. A me piace tantissimo usare i piedi, Sarri vuole che la manovra nasca dalla difesa. Io mi sento un regista arretrato, il primo, poi ci sono Rugani e Valdifiori. Verticalizziamo molto per le punte. Se non lo facciamo Sarri prima ci martella nell’intervallo e poi durante la settimana». 

FORTUNA E BRAVURA – L’Empoli per Sepe rappresenta la sua salvezza: «Una squadra di serie A che ha creduto in un giovane italiano: sono stato fortunato. Non so dove sarei finito se non mi avesse chiamato, è merito dell’Empoli se parlano bene di me. Ma anche mio… Allo stesso modo era stato importante il Lanciano, che aveva puntato su di me in B. Ci vuole fortuna a questa età. Bardi per me stava facendo bene, poi cambi allenatore, il tuo sostituto funziona e finisci in panchina», ha raccontato il giovane estremo difensore, che ha parlato di altri due colleghi: «Con De Sanctis avevo un rapporto bellissimo. E’ forte: tecnicamente non è da 10, ma è dura fargli gol. Buffon? Gli invidio tutto, da vent’anni è tra i primi tre al mondo. Quando lo guardo non posso che parlare bene di lui». 

LA SFIDA – Ritroverà Buffon nel prossimo turno di campionato, quando dovrà affrontare la Juventus: «Con loro è sempre difficile: sta per arrivare il quarto scudetto di seguito, è forte. Lo Stadium? Non credo che influenzi: vinci perché sei il più forte – anche se non capita sempre -, non perché ci sono i tifosi. Ho cominciato grazie a Peruzzi, mi piaceva un sacco: andava poco per terra, non era plateale, era efficace. Tranquillo tra i pali, come sono io. Mi avevano regalato la sua maglia, è diventato il mio idolo. Nel 1996 ero a vedere la finale di Champions vinta con la Juventus». 

IL MISTER – Infine, sull’accostamento di Maurizio Sarri al Milan: «Sarebbe perfetto se scegliessero un italiano, ma devono concedergli i suoi tempi. Se vuoi uno che ti risolva tutto in tre gare, allora devi cercare Mourinho o Ferguson…». 

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