2015

Senza Icardi e Dzeko: Inter quartultimo attacco, Roma primo

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Verso Inter – Roma: le differenze nelle fasi offensive alla luce degli attuali rendimenti di Icardi e Dzeko

Dieci turni di campionato, tre gol per Mauro Icardi ed addirittura uno per Edin Dzeko: è crisi per Inter e Roma? Ma neanche per scherzo. I capitolini occupano la primissima posizione della classifica dopo aver totalizzato ben 23 punti (media di 2.3 a gara, dato che se confermato si tradurrebbe in un campionato da 87 punti e considerando l’equilibrio regnante probabilmente nella vittoria dello scudetto), appena dietro ci sono i nerazzurri che a quota 21 si dividono il secondo posto con Napoli e Fiorentina.

MANCINI AGGRAPPATO AD ICARDI – Se il buon Maurito dovesse procedere su queste medie realizzative si ritroverebbe al cospetto di un campionato a malapena da 12 gol: poca roba considerando i 22 che gli sono valsi appena un anno fa il titolo di capocannoniere della Serie A in coabitazione con l’evergreen Luca Toni. Il centravanti dell’Inter, a ragione o meno, nel postpartita di Bologna ha spiegato senza alcun giro di parole le sue attuali difficoltà: non mi arrivano palloni giocabili, è un peccato perché altrimenti farei gol. Nel dettaglio ha imputato al maggiore tasso qualitativo di questa Inter la personale differenza rispetto alla passata stagione: c’è più qualità ed io sono meno protagonista. Un paradosso se vogliamo. Un cubo di Rubik la cui risoluzione spetta totalmente all’opera di Roberto Mancini: senza i gol dell’argentino l’Inter vanta il quartultimo attacco della massima serie – 10 reti, peggio dei nerazzurri hanno fatto solo Frosinone, Verona e Bologna – ed è un dato che sul medio termine non può aderire alle dichiarate ambizioni della società.

LA ROMA FA PAURA – Prima in classifica, primo attacco della Serie A con 25 gol all’attivo (2.5 a partita, continuando su questa media alla fine sarebbero addirittura 95), il grande colpo dell’estate giallorossa di questa collezione ne ha finora firmato appena uno. Quello pesantissimo con cui Edin Dzeko sovrastò Chiellini in area bianconera e regalò alla sua Roma la vittoria contro la rivale Juventus. Tra infortunio ed adattamento ad un campionato tatticamente diverso dagli altri in cui ha militato (in realtà differente da tutto il resto del mondo in quanto ad attenzione prestata all’organizzazione tattica), il centravanti bosniaco ha faticato ad incidere in prima persona. I suoi movimenti però, ed il polo attrattivo che rappresenta per i centrali avversari costretti a non perderlo mai d’occhio, liberano spazi al moto degli esterni che spesso si ritrovano a tu per tu con il portiere senza che il centrale abbia il tempo di ripiegare una volta superato il difensore laterale.

LA SUPERSFIDA – I gol di Dzeko inevitabilmente arriveranno e viene spontaneo domandarsi quali vette possa toccare la Roma quando tra le frecce del suo arco potrà contare anche questo non trascurabile particolare. E lo slavo non è storicamente uno che ama tirarsi indietro: ha portato il primo scudetto nella bacheca del Wolfsburg, ha rotto il digiuno del Manchester City lungo 44 anni. E’ della sua Roma la vera grande chance domani nella Scala di San Siro: espugnare il campo dell’Inter, spingerla a cinque lunghezze di distanza e minarne ulteriormente alcune convinzioni. Maurito Icardi però non sarà d’accordo: classe ’93 e di per sé tra i prospetti più interessanti a livello mondiale, ha statistiche da top player e personalità da vendere. I suoi gol pesano oro – vittorie auree sui campi di Chievo e Bologna con un’Inter tutta ancora da comprendere sul piano dell’espressione del gioco – ed è la serata giusta (quale altrimenti) per dimostrarsi un fattore dell’attuale Serie A. Per chiarire come i conti vadano fatti anche con lui.

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