2017
Semplici spinge la Spal: «La salvezza sarebbe un’impresa»
L’incrocio con la Fiorentina riporta alla mente diversi ricordi per Leonardo Semplici: «A Firenze ho imparato tanto, sarà emozionante»
A Ferrara vanno tutti in bici e Leonardo Semplici capì il primo giorno, nel dicembre 2014, che questo era il posto giusto per pedalare. Non si è più fermato e adesso va in giro per i campi della Serie A con la soddisfazione di chi ha restituito a una città l’orgoglio di tifare per la sua squadra. Entrare nel mondo di Semplici è una boccata d’aria pura: ha vinto tutti i campionati dall’Eccellenza alla B, ma «ancora oggi non mi sento un allenatore». La sua bici è griffata Spal («Me la regalò il presidente anni fa, dopo otto vittorie di fila»), il suo cuore è viola («Antognoni era il mio idolo, andavo in curva con gli amici»), la prossima partita è contro la Fiorentina: una buona occasione per raccontarsi a “La Gazzetta dello Sport”.
FIRENZE CALLING – Alla Fiorentina ci è arrivato, anche se finora solo in Primavera. «Un’esperienza straordinaria, che mi ha dato modo di sviluppare un altro tipo di calcio, più offensivo». Domenica a Ferrara arrivano proprio i viola. Sarà più emozionato rispetto a quando è entrato a San Siro o allo Stadium? «Sarà bello, ma l’emozione più forte la proverò al ritorno, al Franchi. Però io non guardo molto in là. Vivo nel presente e me lo godo, se ripenso alla mia storia è giusto che sia così». Gli allenatori che non sono stati grandissimi calciatori studiano di più? «Di sicuro dobbiamo sempre dimostrare di essere bravi e studiare aiuta. Però credo che studino anche gli ex campioni».
RINASCITA – Lei nacque mentre la Spal preparava l’ultimo campionato di Serie A, prima di questo. «Hanno aspettato che diventassi uomo… La storia della Spal va onorata: la squadra era finita troppo in basso, adesso abbiamo risvegliato un popolo che dormiva. La società è seria, si fa un passo alla volta ma con le idee chiare. La salvezza sarebbe quasi miracolosa, ma ci proviamo con grande convinzione». Quante sono le squadre in lotta per la salvezza? «Ad agosto pensavo quattro, adesso forse di più. Poi ci sono le sorprese positive e negative, quindi vedremo più avanti».
CAMBIAMENTI – L’impressione è che nelle ultime settimane abbiate capito meglio la Serie A. E’ cambiato qualcosa a livello tattico e mentale? «Sì, cerchiamo di essere più concreti. La partenza lenta è stata colpa mia: ho cercato di riprodurre lo stesso gioco della B, partendo da dietro. Non abbiamo mai demeritato, ma abbiamo perso spesso. E allora ho cambiato qualcosa: se bisogna buttare la palla in tribuna lo facciamo, siamo pronti a leggere i diversi momenti della gara. Non perdiamo la nostra identità, ma abbiamo riscoperto alcune certezze anche battendo strade diverse. E se serve passiamo dalla difesa a tre a quella a quattro e cambiamo modulo durante la stessa partita».