Scuffet e il riscatto: «Sogno l'Under 21, l'importante è giocare. Meret...» - Calcio News 24
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2017

Scuffet e il riscatto: «Sogno l’Under 21, l’importante è giocare. Meret…»

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Scuffet

Simone Scuffet è tornato titolare in Serie A con l’Udinese dopo due anni: «Como esperienza utile. Donnarumma? Paragoni non ne faccio»

Di anni ne ha 21, ma a neanche 18 anni rischiava di andare al Mondiale brasiliano. Un Donnarumma prima di conoscere il prodigio del calcio italiano, ma Simone Scuffet non ha le stesse doti. O quanto meno non è la stessa persona e non ha vissuto la stessa esperienza. Tornato titolare in Udinese-Palermo del 19 marzo, Scuffet ha riguadagnato la titolarità dopo due anni: «È stata dura, soprattutto a Pescara quando sono entrato per sostituire Karnezis a 11 minuti dalla fine. Ero freddo. Delneri mi ha dato fiducia e me l’ha fatta sentire per tutta la settimana. Mi ripeteva che avrei fatto bene. Percepisco in lui grande umanità e grande friulanità. In alcune cose lui e Guidolin sono simili. Hanno la stessa voglia di lavorare, di imparare, di insegnare e fanno tutto con grande umiltà».

COMPAGNI E PASSATO – Già Guidolin, l’uomo che l’ha clamorosamente lanciata in Serie A. C’è ancora qualche contatto tra i due, come conferma Scuffet ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”: «Ogni tanto sì. Gli devo tutto, è stata la persona più importante per me. Soprattutto per il coraggio che ha avuto quella sera a Bologna e per il coraggio che ha mostrato confermandomi fino alla fine». I compagni di oggi come si comportano con lei? «Mi incoraggiano. Con Danilo avevo giocato nell’Udinese per cui tifo, da vero friulano. Karnezis mi riempie di consigli. E io cerco di rendermi utile parlando molto con la difesa: è un metodo utile perché tieni alta la tensione. Parlo pure a palla lontana. Così sto più attento alla gara e non perdo mai la concentrazione». Cosa ha imparato? «Tante cose. È stato utile andare a Como e lo ribadirò sempre. Non è stato un passo indietro. Ho giocato 35 partite, sono tante. Mi sono allenato bene e responsabilizzato di più».

PRODIGI E PRESSIONE – Lei ha preceduto Meret, poi Cragno ha fatto la stessa scelta. Tutti in B a fare esperienza. E ora avete già superato la generazione dei Bardi (titolare con l’Under 21 per due cicli e alla finale dell’Europeo 2013), Leali, Colombi. Pure Sportiello sembra già dimenticato. Si parla solo di voi. Resiste Perin che, però, non è fortunato. «Sicuramente abbiamo avuto un certo impatto mediatico con le nostre storie, quindi maggiore visibilità. Io l’unica cosa che posso dire è che è fondamentale giocare. Bardi sta giocando a Frosinone, è bravo. La scuola italiana si conferma ottima. Magari tra un po’ si riparla di lui». Donnarumma è a parte: risposta secca: è più forte di lei, di voi? O solo più fortunato? «Paragoni non ne faccio. L’ho avuto in due-tre raduni azzurri e ho visto che è un ottimo portiere, rapido, esplosivo, molto bravo tecnicamente». E Meret? «Lo conosco da una vita. Siamo amici, sta facendo bene a Ferrara. Udine è una buona palestra, segnatevi il nome di Perisan, pure lui è bravissimo». Se Karnezis restasse a Udine lei che cosa farebbe? «Mi ripeto: la cosa più importante è giocare. Due anni senza farlo sono stati pesanti». Contratto? «Fino al 2019, mi assiste Claudio Vagheggi, ma non c’è fretta di firmare un rinnovo. Devo lavorare e basta, e farmi trovare sempre pronto». Insegue un sogno? «Sì, la fase finale dell’Europeo Under 21. Ho giocato con la Spagna in amichevole a Roma, è stato tutto bello. Sarebbe bello farcela, ma anche quella con l’Under 20 è una grande esperienza».

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