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Scommesse, Marino: «Bisogna iniziare con l’educazione già nelle giovanili»
Le parole di Pierpaolo Marino sul caso scommesse: «Indubbiamente non ne esce bene né l’immagine del calcio, né quella dei calciatori»
Pierpaolo Marino, ha parlato a Tuttosport del caso scommesse che ha colpito la Serie A. Di seguito le sue parole.
PAROLE DI MAROTTA SU TROPPI SOLDI E TROPPE GIORNATE VUOTE – «Questo è indubbiamente un fattore di rischio, però credo che la questione sia quella di dare un’educazione a questi ragazzi fin da quando, a 14-15 anni, crescono nei settori giovanili, in più monitorando anche le famiglie che, in ragioni dei grandi guadagni che ottengono i calciatori, diventano dipendenti da queste “aziende”».
TESTIMONIANZE DEI CALCIATORI LUDOPATICI AI GIOVANI – «Queste iniziative, che definirei quasi di “educazione civica”, sono molto utili per prevenire questi fenomeni: il fatto che i ragazzi possano “tastare con mano” cosa rischia chi fa determinate cose e assume comportamenti sbagliati può avere un effetto fortemente dissuasivo».
AMBIENTE INTORNO AI GIOCATORI – «Questa deregulation è un altro problema anche perché, come spiegavo, questi personaggi alla fine diventano dipendenti dell’azienda che impersona il calciatore. E questo fa sì che chi sta intorno al calciatore non abbia quel carisma, quell’ascendente che possa orientarlo. Inoltre spesso si tratta di gente che non è preparata perché in giro c’è tanta ignoranza».
CHE ARIA TIRA – «Fare pronostici mi risulta difficile, ma indubbiamente non ne esce bene né l’immagine del calcio, né quella dei calciatori. Al momento, e mi auguro resti così, non mi sembra che questi ragazzi si siano messi in affari con la malavita per condizionare i risultati delle partite. E le sanzioni, che ci saranno, da parte della Federcalcio devono essere graduate in modo corretto: l’errore che non va assolutamente fatto è ghettizzarli questi ragazzi. Altrimenti non li recuperi più».