Bildungsroman in quattro minuti - Calcio News 24
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2015

Bildungsroman in quattro minuti

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Il finale di Bundesliga più pazzo di sempre: gli ultimi 4 minuti del 2000-01 con protagonisti Schalke 04 e Bayern Monaco

Il Parkstadion sta ribollendo di entusiasmo quando Emile Mpenza prova il solito assolo sulla fascia destra. La difesa dell’Unterhaching è tutt’altro che una muraglia e quindi il belga di origini congolesi può viaggiare liberamente e puntare Strehmel a suo piacimento. I difensori dell’Haching sono esausti dopo una rincorsa durata quasi novanta minuti, nella quale hanno prima avuto la parte dei padroni e poi si sono addormentati lasciando campo allo Schalke 04. Mpenza quindi arriva sul fondo con una facilità disarmante, dà un’occhiata in mezzo e vede Tremmel piantato sulla linea di porta con davanti a sé Ebbe Sand, uno che non ha bisogno di fare troppi complimenti quando si tratta di buttar dentro un pallone. E così, mentre tutto intorno il tifo per i Königsblauen sembra ammutolirsi per poi riesplodere in un boato assordante, Mpenza fa la cosa giusta e col piattone destro la mette proprio a un metro dalla linea bianca, là dove Sand ringrazia nel modo che trova più opportuno, segnando. Il danese stremato dalla fatica e dalla rincorsa esulta sotto la curva mentre Mpenza ormai è partito verso i tifosi, i due giocatori sono il simbolo di questa annata dello Schalke, una macchina da guerra in avanti (trentaquattro gol e ventuno assist in due) ma un po’ fragile nel momento decisivo della stagione. Ciò che conta adesso è ascoltare quel che succede a Amburgo, da dove stanno per arrivare notizie sconvolgenti.

MEISTERSCHALE – A pochi secondi dal fischio d’inizio dell’ultima giornata di Bundesliga 2000-2001 il Bayern Monaco è avanti sullo Schalke 04 di tre punti. E’ un’annata particolare per i bavaresi, sono usciti presto dalla DFB Pokal per colpa del Magdeburg ma poi si sono ripresi e hanno iniziato una scalata clamorosa in campionato e non solo. L’ultimo turno di Bundes si gioca il 19 maggio 2001, a soli quattro giorni dalla partita più importante della storia recente del Bayern, la finale di Champions League a Milano contro il Valencia di Hector Cuper. Gli scettici, se così si vogliono chiamare, cominciano a dire che la squadra di Ottmar Hitzfeld non ne ha più, anche perché in Europa è riuscita a eliminare le due squadre più forti del mondo, il Manchester United e il Real Madrid, vincendo tutte e quattro le partite. Il pensiero va a Milano, al Meazza il Bayern cercherà di tornare grande in Europa dopo venticinque anni dall’ultima Coppa dei Campioni sollevata. C’è però quest’ultima, maledetta, giornata di campionato da giocare e la classifica sorride a Hitzfeld e compagnia bella: a novanta minuti dalla fine della stagione il Bayern ha tre punti in più dello Schalke 04 ma una differenza reti peggiore, quindi basterebbe un pareggio per alzare il Meisterschale per la diciassettesima volta nella storia. Di fronte il Bayern ha l’Amburgo e, sulla carta, la partita è poco più che una passeggiata. Gli anseatici sono salvi a metà classifica senza troppe velleità, in attesa solo di finire la stagione. Sembra tutto filare per il verso giusto, ma al novantesimo inizia uno dei finali più sorprendenti in novant’anni di prima divisione tedesca.

STEVENS – Subito dopo il gol di Sand il Parkstadion è sempre una bolgia, la partita è ovviamente finita perché l’Unterhaching già retrocesso non oppone resistenza almeno da una manciata di minuti, vale a dire da quando Jörg Böhme ha messo dentro il gol del 4-3 al 74′. Grande annata quella di Böhme, per la prima volta è arrivato a quota dieci in campionato. E’ proprio lui ad aver il pallone fra i piedi quando la panchina dello Schalke 04 esplode letteralmente di gioia. Huub Stevens è immerso nella sua tuta Adidas e incastonato nella panchina dei biancoblu, ha i capelli tirati talmente indietro e ingelatinati che sembra quasi un attore di Broadway, sta soffrendo come un cane ma al 90′ corre voce che lo Schalke 04 sia campione di Germania. Il tabellone conferma: al Volksparkstadion l’Amburgo è passato in vantaggio sul Bayern Monaco. Uno a zero all’ultimo minuto e quindi i bavaresi e lo Schalke sono appaiati in classifica. Lo Schalke sta portando a casa un 5-3 soffertissimo contro l’Unterhaching e stando così le cose – no, non è possibile, non ci credo, pensa Stevens – proprio lo Schalke vincerebbe la Bundesliga. Quarantatré anni dopo i minatori tornano sul tetto di Germania, per la prima volta in epoca moderna lo Schalke porta a casa un campionato. E pensare che le ultime giornate sono state un vero psicodramma: alla ventinovesima Schalke primo grazie alla vittoria nello scontro diretto col Bayern, alla trentatreesima una sconfitta a Stoccarda ha quasi mandato tutto a farsi benedire. Lo Schalke però è in estasi e quando il signor Hartmut Strampe fischia la fine dell’incontro, il terreno di gioco si riempie di tifosi mentre i giocatori festeggiano il ritorno al successo in Bundesliga. Incredibile, ma vero.

AGA-KAHN – Nel frattempo Oliver Kahn si è appena visto svettare a pochi metri di distanza Sergej Barbarez, un attaccante bosniaco che ha scelto il momento peggiore per segnare il 22° gol in campionato, quello che gli darà il titolo di capocannoniere assieme a Ebbe Sand, beffa delle beffe per il Bayern. Il pallone ha toccato il palo interno prima di depositarsi in gol, il tutto è durato una frazione di secondo ma anche una vita intera, come i minuti di recupero al Camp Nou di due anni prima. Quando è troppo è troppo, Kahn lo sa bene, quindi le cose da fare sono due: mettere in piedi una petizione per abolire l’extra-time o, più verosimilmente, non mollare e cercare il pareggio. La panchina del Bayern intanto è funerea, Salihamidzic in borghese si è steso sui seggiolini stremato dalla tensione e visibilmente arrabbiato: lo Schalke 04 infatti perdeva due a zero in casa contro l’Unterhaching – lontano cugino del Bayern essendo di un sobborgo di Monaco – ma ha rimontato sul due a due nel recupero del primo tempo, nella ripresa ancora Haching avanti prima della doppietta di Böhme e del sigillo di Sand. Lo Schalke 04 è campione di Germania quando ad Amburgo l’arbitro Markus Merk accorda quattro minuti di recupero. Non è finita – è quasi finita – e Kahn ci crede ancora, prende la palla dal sacco e sprona i suoi compagni. Se avesse sott’occhio una televisione potrebbe vedere in una sorta di paradossale diretta gol le immagini di scoramento del Bayern mentre al Parkstadion vanno avanti dei baccanali in onore degli Knappen. Il gioco riprende, il Bayern attacca a testa bassa fino al 93′, quando succede quel che nel calcio accade una volta ogni cento anni ma anche una volta ogni settimana, dipende dal punto di vista: arriva il miracolo.

VIER MINUTEN MEISTER – A Gelsenkirchen l’unico a non aver perso la testa è Huub Stevens, gli altri sessantacinquemila sembrano convinti che in quei quattro minuti di recupero il Bayern possa solo provare rimorso per aver gettato una Bundesliga già vinta. Tifosi e giocatori si abbracciano in campo sfidando la sorte che dall’alto li guarda e pensa a punirli. A trecentocinquanta chilometri di distanza, in un Volksparkstadion va in onda la disfatta bavarese. Disfatta fino all’ultimo minuto di recupero, quando il portiere amburghese Schober – in prestito dallo Schalke 04 – raccoglie con le mani un retropassaggio di Ujfalusi e Merk fischia un’incredibile quanto insolita punizione a due in area. La partita scoppia, Kahn arriva in volata a litigare con chiunque gli capiti a tiro mentre Effenberg rimane un po’ più freddo e posiziona la palla a nove metri dalla porta. A Gelsenkirchen esultano, ma un po’ meno, perché il retrogusto della beffa comincia a farsi largo tra i tifosi dei minatori. Al novantaquattresimo minuto tutto è tornato alla normalità, i ventidue giocatori in campo ad Amburgo sono tutti raccolti nell’area dei padroni di casa mentre la panchina bavarese è in piedi, con la tensione alle stelle. Effenberg sul pallone, ma deve toccarlo perché è di seconda. Il biondo ex Fiorentina dà un colpetto con la punta per l’accorrente Patrick Andersson, la persona forse meno indicata per un tiro del genere: zero gol con la maglia del Bayern, molta panchina ma tanta stima da parte di Hitzfeld. Andersson però scarica un destro violento, colpito nemmeno troppo bene. La palla, non si sa come, passa tra i mille giocatori in barriera e va a finire in gol. Merk fischia la fine subito dopo, quando ancora i giocatori del FCB sono ubriachi di gioia. Intanto a Gelsenkirchen tutto si spegne, Stevens si incupisce ancor di più e ha l’aria di quello che la sapeva lunga, i tifosi passano dalle lacrime di gioia a quelle di rabbia e dolore per un campionato vinto per quattro lunghissimi minuti. Il Bayern vola verso il 17° titolo in Bundesliga e volerà a Milano per prendersi la quarta Champions League dopo un’orrenda gara col Valencia decisa da Kahn ai rigori. Lo Schalke 04 continuerà a non vincere campionati, perché quei quattro minuti sono bastati e avanzati.

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