2015
Scaccia: «Voglio il Parma. Ecco le condizioni»
L’imprenditore: «Ho un progetto»
Alfredo Scaccia vuole il Parma. L’ex presidente del Frosinone è intenzionato a rilevare la società ducale, e sembra essere davvero determinato, dal momento che, a detta sua, incontrerà anche i curatori fallimentari. A proposito dell’acquisizione del Parma, ecco che Parma Today lo ha intervistato in esclusiva. Qui un estratto delle parole di Scaccia: «Scaccia ha fatto la storia del calcio, anche a livello professionistico perché è riuscito a sconfiggere un sistema, la Fgic degli anni novanta presieduta da Matarrese, ha vinto le sue battaglie a livello giudiziario, gli sono stati portati via 6 miliardi ai tempi del Frosinone, all’epoca avevo 26 anni.. Cosa mi ha spinto ad avvicinarmi al Parma? La voglia di far valere le regole. Mi sono avvicinato al Parma perché questo è il 25esimo anniversario da quella mazzata, mi ha portato sempre nel cuore un desiderio di rivincita».
LE GARANZIE – Scaccia ha proseguito: «L’intervenuto fallimento impone cautela, ci sono delle regole, ci sono delle leggi da osservare, non condivido alcune decisioni dei curatori, come quelle di vendere il titolo sportivo a maggio. Forse non sono pratici in diritto sportivo, a luglio la squadra si deve iscrivere al campionato di appartenenza, chi lo prende alle loro condizioni il titolo sportivo? L’importo di 80 milioni è elevato. Chi ha fatto i debiti deve pagarli. La fonte di rassicurazione a una parte sportiva violentata in modo nefasto è quella di propendere per iniziare da zero. Non sono d’accordo a prendere la società così, con il fallimento per risanare la situazione debitoria precedente, altrimenti ci troviamo sempre nella stessa situazione. Non ci sarà nessuno, secondo me, a rilevare la società. Il calcio non consente dei ritorni dei positivi, o ci saranno degli arricchimenti illeciti con introiti illeciti, o se lo si fa onestamente si deve avere tanta forza economica dietro le spalle. Nessun imprenditore sarebbe disposto a divertirsi con il Parma calcio ora. Chi entra nel calcio deve farlo per passione, con competenza, gestione oculata deve conoscere i calciatori. L’attività di procuratore di mio figlio (Gabriele Scaccia) mi ha spinto a fare questo passo. Ha diversi giocatori all’estero, questo mi ha spinto per costruire una squadra con costi di gestione inferiore al solito».
IL PROGETTO – Sui suoi piani, Scaccia ha commentato: «Il Parma è fallito, a luglio avrà la sua storia nel campionato interregionale nella categoria dei dilettanti. Il mio impegno è quello di partecipare con delle proposte congrue per ottenere un’affiliazione nel campionato di Lega Pro. Questo è il mio progetto per fare calcio a Parma, ricominciare da zero e senza debiti. Quindi costruire qualcosa di positivo. Altrimenti non ci sono altre soluzioni. Stanotte alle 5 ho ascoltato la conferenza stampa dei curatori, ottimi commercialisti, ma che non conoscono secondo me le norme di diritto sportivo. Un titolo sportivo non vale 80 milioni di euro, con 80 milioni di euro ci facciamo la serie A. Io ritengo, e anticipo con certezza, che nessuno acquisti il Parma».
L’ASTA – Sulle aste, Scaccia espone le sue preoccupazioni: «Il punto delle aste mi ha disorientato. Io ero salito per presentare al Tribunale una richiesta di partecipazione di licitazione privata, i curatori avrebbero intessuto una trattativa con tutte le richieste di garanzie economiche patrimoniali del partecipante, io in questo caso, ma hanno deciso di porre il titolo sportivo all’asta. Se le aste vanno deserte, chi iscrive la squadra al campionato? Secondo me è si doveva provare con la licitazione privata, che non hanno deciso di non fare. Se ci sono delle persone interessata potevano formulare delle offerte, come nel mio caso, è un bene. Avrei formulato un’offerta congrua per acquistare il titolo che non può essere ancorata al debito sportivo».
I SOLDI – Sulla disponibilità economica: «Il capitale sociale di una mia società londinese che serve a gestire il patromonio della società mi avrebbe portato a investire i miei averi al Parma, ma senza mentire, con oculatezza. Mi dispiace per i tifosi e per gli sportivi. Meno per la Figc con cui ho un contenzioso. Ma la Covisoc che ha portato nel baratro il Parma cosa ha certificato? Spero che la Procura della Repubblica vada a guardare anche la loro responsabilità. A quale prezzo comprerei? Per arrivare a un prezzo accettabile, 2 milioni di euro come il Bari, bisogna che parecchie aste vadano deserte. Mancano i tempi tecnici. Prendere in giro tifosi e stampa è atto delinquenziale. Io sono competente sia calcisticamente sia nelle norme di diritto sportivo».