2015
Saviola: «Fui vicino alla Roma. In futuro…»
L’attaccante argentino tra passato e futuro
Dalle giovanili del River Plate al salto nel Barcellona, poi ha girovagato per l’Europa, dove però si è conquistato la fama del talento non sfruttato appieno. Gli mancava solo l’esperienza in Serie A, che sta vivendo con la maglia dell’Hellas Verona. Parliamo di Javier Saviola, che ha allontanato l’ipotesi di andar via in questa finestra di mercato e spiegato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport le difficoltà incontrate in Italia: «Ho atteso con fiducia il mio momento e sapevo che sarebbe arrivato: l’importante era farsi trovare pronto. Mandorlini è qui da tanti anni e giustamente ha puntato su ragazzi che conosceva meglio. Io ho saputo aspettare. È chiaro che il 4-3-3 si addice poco alle mie caratteristiche, con il 3-5-2 è un’altra cosa. Ho sempre giocato con un centravanti di grande fisico davanti a me: è stato così con Juan Pablo Angel, Kluivert e ora c’è Toni. Campione straordinario: 300 gol non si fanno per caso».
LA CHIAMATA – L’attaccante argentino ha parlato poi della scelta di trasferirsi nel nostro Paese: «Avevo voglia di fare una nuova esperienza, la Serie A mi mancava e… domenica con l’Atalanta finalmente è arrivato il gol. Qualche giorno prima del trasferimento dall’Olympiacos mi sono sentito con Rafa Marquez, mio compagno ai tempi del Barcellona. Mi ha detto: “Vieni, ambiente e città sono fantastici”. L’ho ascoltato e non sono pentito. Juventus? La verità è che ai tempi del River fui molto vicino alla Roma. Poi scelsi il Barcellona».
CALCIO ITALIANO – Saviola ha poi parlato della Serie A, evidenziando lati positivi e negativo del campionato italiano: «Credo che sia il più duro e al tempo stesso il più bello: la tattica ha un’importanza fondamentale, le partite sono tirate fino al 90’, il risultato è sempre in bilico e non c’è nulla di scontato. Chi si aspettava che l’Inter perdesse col Torino? In altri tornei l’esito di certe partite è quasi inevitabile. Per essere un torneo così avvincente e bello credo che in Italia non ci siano strutture adeguate: in generale gli stadi sono vecchi, brutti, non attraggono, non invogliano le famiglie a passare una giornata diversa andando a vedere dal vivo una partita».
IL FUTURO – L’attaccante, che dopo il gol all’Atalanta ha ricevuto la telefonata di Javier Zanetti, ha parlato poi delle ambizioni dell’Hellas Verona e dei nuovi talenti: «La squadra ha un valore superiore alla classifica attuale e battendo il Palermo faremmo un bel passo avanti. Dybala? Paulo è già una stellina e può migliorare. Vazquez nella Nazionale italiana? Questione di motivazioni. Se Vazquez ha fatto questa scelta non lo condanno. Nico Lopez può diventare un crack. Futuro? A Verona mi trovo bene, vorrei restare. Qui è nato mio figlio Fabricio: insomma mi sento un po’ veronese».