2014

Sassuolo, Malesani: «Sei vittorie e siamo salvi»

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SERIE A SASSUOLO MALESANI – Intervistato dai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’, Alberto Malesani, tecnico del Sassuolo, ha parlato del momento poco felice che i neroverdi stanno attraversando: «Con la Lazio per una buona mezz’ora ho visto il mio Sassuolo, quello che voglio vedere di qui a maggio. Abbiamo perso per ingenuità, ma stiamo crescendo».

PREPARAZIONE – «Siamo a buon punto, mi sono preso il rischio di mettere benzina nelle gambe di chi ha giocato bene, ma sono sicuro che servirà da propellente per lo sprint finale. Quest’anno il livello s’è abbassato, per la salvezza basteranno 35 punti: a noi servono sei vittorie almeno e, considerando che avremo sette partite in casa, si può fare».

RIMPIANTI – «Affronteremo il ‘mio’ Parma, una squadra in forma e che, grazie a Donadoni, gioca un grande calcio. Non sarà facile, ma ci proveremo. In questi anni sono cresciuti molto. Il mio rimpianto? Dopo aver vinto Coppa Italia e Coppa Uefa con i Ducali, ed essere arrivato alle spalle di Ferguson nel premio Uefa, ebbi fretta di allenare l’Hellas Verona, la squadra del mio cuore. Le cose non andarono bene, ma io vado dove mi chiamano. E nel rettangolo verde sento di essere a casa».

INNOVATORE – «Nel ’94 fui elogiato nel Supercorso di Coverciano per la mia teorizzazione del concetto di transizione, che consiste nel recuperare in pressing alto la palla e ripartire subito. Guardiola ha perfezionato tale concetto, in Italia meglio di tutti lo fa la Juventus. Abbiamo grandi allenatori, come Guidolin: avesse allenato una big, sicuramente avrebbe vinto».

BERARDI – «Domenico è giovane e forte, ma troppo chiuso in se stesso. Deve aprirsi, ma ha comunque grandi potenzialità. Mi ricorda Cerci, ma non ha senso fare paragoni: dipende tutto da lui».

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