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Sassuolo, Dionisi: «Un allenatore deve essere credibile. Raspadori e Scamacca vanno aspettati»

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L’allenatore del Sassuolo Dionisi ha parlato del suo credo calcistico e degli ottimi risultati che sta ottenendo in neroverde

Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato del suo credo calcistico e dei risultati che sta ottenendo sulla panchina neroverde alla sua prima stagione in Serie A.

COMPITO ALLENATORE – «Un po’ lo penso. A volte abbiamo la presunzione di incidere e determinare il risultato, ma il primo compito è far esprimere al massimo i calciatori. Perché i protagonisti sono loro. Io non credo di fare nulla di speciale, ecco perché non sono geloso dei miei allenamenti». 

CALCIO – «Sta diventando complicato perché ha tante sfaccettature. È difficile renderlo un gioco semplice. Ma è bellissimo».

TESI COVERCIANO – «Sui cambiamenti del calcio dagli anni Ottanta a oggi: sul campo, nel regolamento, nella gestione delle società». 

CALCIATORI NON MARCANO – «Una parte di responsabilità è di noi allenatori che insegniamo una mentalità più propositiva e così a volte si perde attenzione su certe situazioni difensive. Anche nei settori giovanili si allena meno a marcare». 

QUATTRO PUNTI CON NAPOLI E JUVE – «Ci hanno lasciato maggiore consapevolezza, che però dobbiamo mostrare anche contro le squadre meno forti. Il Sassuolo ha buone letture di gioco e una discreta attenzione alla fase difensiva solo nelle partite in cui ci aspettiamo le difficoltà. Dobbiamo crescere». 

QUALITA ALLENATORE – «La credibilità. Alla lunga conta più del risultato. Il giocatore deve risolvere i problemi, ma l’allenatore deve assumersi le responsabilità». 

SASSUOLO«Siamo partiti con il 4-2-3-1 per dare continuità. Siamo passati al 4-3-3 per qualche problema nelle transizioni. Direi che giochiamo meglio a due e difendiamo meglio a tre». 

SASSUOLO DALL’INTERNO«Il rispetto dei ruoli, che non è scontato. E il rispetto delle persone. Per me è troppo importante chi lavora dietro le quinte, tipo i magazzinieri». 

RASPADORI ESTERNO – «È un po’ sacrificato, mentre nel 4-2-3-1 è valorizzato. Ma ha doti fisiche, tecniche e cognitive per ricoprire entrambi i ruoli. Lui e Scamacca hanno grandi qualità, ma sono giovani e vanno aspettati anche se si parla di loro per la Nazionale. Non hanno esperienza internazionale e ogni partita per loro è doppia- mente importante». 

FRATTESI«È ambizioso, ma non era così aperto mentalmente alle proposte. Era chiuso sui suoi pregi. Può crescere ancora perché finora non ha cercato di migliorare le qualità meno spiccate. E voglio di più anche da Lopez: senza palla non sempre si trova dove dovrebbe essere. E deve capire quando toccare tanto la palla, come gli piace, e quando andare in fretta verso la porta». 

LAVORO A CASA – «Alla famiglia e agli amici dedico tutto me stesso quando non lavoro. Certo, passo molte ore al Mapei Football Center. E a casa, quando mia moglie si addormenta, accendo il computer: riguardo gli allenamenti, le nostre partite e studio gli avversari». 

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