2018

Lo straripante (e inutile) qualunquismo dell’OdG Campania contro il villano Sarri

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Dopo mesi di gaffe e parole buttato lì a caso, è troppo facile attaccare Sarri adesso: l’OdG campano pensi a problemi ben più impellenti delle frasi (nemmeno assai gravi) di un villano milionario

L’avevamo scritto settimane fa e sarebbe semplice ora ribadire che avevamo ragione (leggi anche: SARRI È UN MAGO, MA HA ROTTO). La verità è inconfutabile e davanti agli occhi (e le orecchie) di chiunque voglia vedere (ed ascoltare) con quel minimo di onestà intellettuale e capacità di discernimento che dovrebbero distinguere l’uomo dalla meno evoluta delle scimmie: Maurizio Sarri non è un genio della comunicazione. L’allenatore del Napoli sarà senza alcun dubbio un sapientone della tattica, uno scienziato della strategia applicata al giuoco del calcio, un conoscitore superbo e sopraffino degli schemi, ma non è indubbiamente l’uomo più sveglio del mondo quando si ritrova a parlare con un microfono ed una telecamera puntata addosso. Non basta l’esperienza, se volete anche l’abitudine ormai, a certi livelli. Non bastano neanche tutte le scusanti del caso (l’inevitabile tensione post-gara o lo stress del momento): Sarri resta fermo al confine tra genuinità e ignoranza.

Prendiamo però atto, con una certa meraviglia, che il problema sia Sarri stesso e non tutto il resto. Che per l’Ordine dei Giornalisti della Campania, in assoluto tra i peggiori in Italia per standard qualitativi e servizi offerti, la preoccupazione principale sia dover ribadire all’allenatore azzurro che non è mica tanto bello trattare male una collega. Non l’impotenza cronica a gestire la stragrande maggioranza dei propri iscritti. Non l’inettitudine di chi nemmeno è in grado di saper rispondere a due e-mail di fila. Non l’incapacità ad inviare un MAV per la riscossione delle quote di iscrizione. Sarri che dice a una giornalista che è troppo carina per essere mandata affanculo è la questione impellente da affrontare con incredibile sollecitudine (leggi anche: L’ODG CONTRO SARRI), che se la stessa fosse stata applicata all’ordinaria amministrazione delle pratiche, probabilmente ci sembrerebbe di vivere in Norvegia e non nella regione più schifosa d’Italia.

Il qualunquismo dell’Odg: troppo comodo adesso

Che Sarri dica fesserie non può essere di certo una novità: la responsabilità principale, semmai, è di chi dovrebbe (in pura teoria) gestire la sua “comunicazione” (perdonateci, ma non ci sentivamo di utilizzare il termine senza le opportune virgolette). Di chi dovrebbe cioè vigilare affinché impari a stare un po’ zitto (e sarebbe pure ora). Prendersela con lui, però, ci pare onestamente troppo facile adesso: l’allenatore del Napoli è il debole che fa uso improprio dell’arma che ha a disposizione, ovvero la parola. Un bambino che si punta contro una pistola, non certo Charles Manson ad una festa per coppiette. Oltretutto la frase pronunciata nei confronti della collega partenopea (leggi anche: CHI È TITTI IMPROTA) non sembra nemmeno così grave tanto quanto la si vorrebbe dipingere in questo momento.

Esiste un velo sottile che separa il femminismo dal qualunquismo, che è lo stesso che separa il credere in qualcosa dal fondamentalismo spiccio (il più pericoloso). Sarri ha semplicemente detto un’indecenza e ha chiesto scusa, così come ha fatto il Napoli. Fine della storia. La bacchettata bacchettona dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e la finta indignazione dei colleghi – e delle colleghe – è superflua. Alla fine di tutto Sarri rimarrà il solito inguaribile pasticcione con un conto in banca da sei zeri, né più né meno dell’Ibrahimovic di turno – perdonato e incensato dalla stampa, forse in quel caso sì, un po’ troppo superficialmente – che si rivolge alla giornalista dicendo: «Cazzo guardi? Vai a cucinare». Mentre al presidente dell’OdG resteranno carte bollate mai smaltite, quote mai riscosse (perché è un po’ difficile pagare se nemmeno riesci a comunicare un numero di IBAN), problemi insoluti ed una sola domanda su tutte: invece di pensare al villano Sarri, perché non provare una volta tanto l’ebbrezza del lavoro?

IBRA: "CHE CAZZO GUARDI... VAI A CUCINARE ! "

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