2018

Napoli: Europa, calendario e Lega. La soluzione a tutti i problemi è il Sarridì

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Nessuna italiana in finale di Europa League da quasi un ventennio? Colpa di calendario, UEFA e Lega. Sarri smaschera il complotto e punta a rompere il digiuno: creeranno per lui un giorno apposito

Due cose sono sicure nella vita: la morte e i debiti. Anche se sulla prima si potrebbe in effetti nutrire qualche piccolo dubbio considerata l’inusuale longevità di Pippo Baudo. Ce ne sarebbe poi una terza, pure questa sicura fino a un certo punto: di giovedì si gioca l’Europa League. Sta di fatto che da anni è così, eppure da anni c’è chi rompe i coglioni perché di giovedì si gioca l’Europa League. Dovrebbe essere scontato a onor di logica, invece scontato è mica tanto. Avere a che fare con l’Europa League è come avere a che fare per un bel po’ di club (quasi tutti italiani, ma vedete voi se è un caso oppure no) con un figlio scemo: alla fine gli vuoi pure bene perché è impossibile volergli male, però se sta fuori dalle balle è meglio. Così il trofeo del giovedì è diventata una rottura immensa per alcuni allenatori a quanto sembra: un’incombenza guardata con la stessa diffidenza con cui Malgioglio guarda la topa.

Però – qui nessuno è nato scienziato eh, ma due conti possiamo pure farli comodamente senza interpellare un laureato in astrofisica nucleare –  se il lunedì è giorno di riposo dopo le tornate di campionato, il martedì e il mercoledì sono dedicati alla Champions League di diritto e il week-end è nuovamente dedicato al campionato, di regola resterebbe un solo giorno da dedicare a ‘sta coppetta infame. Sì va bene, magari la si potrebbe far disputare quando non c’è di mezzo la cugina ricca, fica e famosa dalle orecchie grandi. Tipo in inverno inoltrato, sotto Natale, quando andare a giocare in Russia o in Ucraina col rischio annesso di assideramento o di amputazione di un arto potrebbe fare da spunto a una nuova iniziativa regolamentare: tre punti se non muori, due se ti becchi una semplice broncopolmonite, uno se vieni sbranato dagli orsi polari. Oppure d’estate, durante i Mondiali, tanto per quest’anno ci siamo tenuti già tutti liberi, giusto? Per il resto tuttavia, intravediamo poche altre alternative onestamente. Sarà magari per tal ragione che l’Europa League si gioca di giovedì da sempre? La buttiamo lì eh, poi boh.

L’impresa nel giorno di Sarridì

C’avrà ragione Sarri a polemizzare su tutto (leggi anche: SARRI ANCORA CONTRO IL CALENDARIO): la Lega dovrebbe intervenire. Ad esempio: anticipando le gare del Napoli al venerdì? No, è il giorno dopo l’Europa League e poi, che fai sposti chi deve giocare la Champions settimana dopo al giovedì? Al sabato dunque? No, siamo ancora troppo vicini al giovedì. Al lunedì allora? No, va a finire che giovedì si rigioca l’Europa League e che fai? Scendi in campo strafatto? Ah, ci sarebbe infine quella questione da niente che giocare sempre dopo la Juve diventa svantaggiante a prescindere. Però la Juve gioca comunque sempre prima in settimana, di martedì o di mercoledì, quindi come la sposti in contemporanea o dopo? Mah, bel casino… A questo punto potrebbe essere carina l’idea di inventare un nuovo giorno della settimana dedicato specificamente al Napoli: il Sarridì. Un giorno posizionato in una dimensione spazio-temporale parallela: dopo la domenica, ma allo stesso tempo prima della domenica. Un pelino prima che giochino le avversarie dirette, ma allo stesso tempo un pelino dopo di loro, così da riposare meglio. Il Sarridì potrebbe essere un giorno della settimana fichissimo perché lavorativo, ma allo stesso tempo festivo: un casual friday meno casual e meno di venerdì. Un lunedì con una punta di sabato o, se preferite, un martedì che però sa già di giovedì.

In attesa che il Governo, la UEFA, la Comunità Europa, le Nazioni Unite e l’UNESCO considerino di regolarizzare la posizione del Sarridì posizionandolo all’interno del calendario mondiale, ci permettiamo di snocciolare qualche dato (ripetiamo: qui nessuno è scienziato, basta aprire Wikipedia). Una squadra italiana non vince l’Europa League da quando si chiamava Coppa UEFA (anno 1999 con il Parma, c’era ancora la lira e Buffon era ancora giovane, pensate un po’). Da allora nessuna esponente del nostro calcio è nemmeno approdata mai in finale. Lo hanno fatto, spesso vincendo, nell’ordine squadre come Arsenal, Liverpool, Borussia Dortmund, Valencia, Siviglia, Atletico Madrid, Porto, Chelsea e Manchester United. Squadre dal curriculum europeo un po’ meno blasonato di quello di Sarri, per carità, ma del resto sapete com’è: chi si accontenta gode e alla fine va bene pure uscire con la sorella di Belen se Belen non è disponibile. Nessuna tra le società citate ha mai polemizzato sul calendario e ha fatto male, anzi malissimo a quanto pare. Perché ha vinto e non s’è fatta notare, ma poteva farsi buttare fuori da una squadra uzbeka a febbraio: questo sì che avrebbe rotto i maroni al sistema, altroché… Prima o poi però anche a un’italiana toccherà in sorte la sfiga suprema di rivincere l’Europa League. Sarà un’impresa dura, ma tutto sommato bella: già ce la immaginiamo e godiamo di brutto. Segnatevi quel giorno, perché sarà storico. Sarà un Sarridì.

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