2017

Sarri non pensa allo Scudetto: «La società non ce l’ha mai chiesto»

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Il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri tratteggia i contorni della partita disputata dai suoi in quel di San Siro contro l’Inter

Il Napoli era chiamato ad una grande prestazione e aveva l’obbligo di vincere, dopo la debacle romanista nel derby. Maurizio Sarri ha detto la sua ai microfoni di Sky Sport sulla performance di Callejon e compagni: «Abbiamo perso dei punti in cui il campo, indipendentemente dal valore dell’avversario, aveva detto che avremmo meritato di più. Abbiamo pareggiato gare che meritavamo di vincere, in queste occasioni abbiamo delle responsabilità. La capacità di capitalizzare è una prerogativa dei calciatori importanti, ciò significa che i miei non lo sono ancora. L’Inter di Pioli, stasera, ha disputato una buona partita, noi abbiamo la responsabilità di non averla chiusa, di averla tenuta in vita: questo è pericoloso contro un’avversaria con grandi individualità. Ma ci sono tanti motivi di soddisfazione: nelle ultime 20 gare abbiamo portato a casa 50 punti, con la vittoria di stasera, inoltre, abbiamo stabilito il nuovo record di vittorie esterne nella storia del Napoli. Non mi sembra affatto poco. Spesso, però, a questa squadra vengono chieste cose per cui non era stata costruita, ciò non ci rende contenti, ma, fondamentalmente, ce ne freghiamo. Scudetto l’anno prossimo? Non so chi ce lo chiede, probabilmente voi della stampa, perché la società non ha mai fatto questo tipo di discorsi. Sapete benissimo quello che ci manca: 120-130 milioni di monte ingaggi che qualche altra società italiana può, invece, permettersi. E’ brutto ripetere le solite cose, ma anche negli altri Paesi non vince chi ha budget bassi. I soldi contano, noi non siamo nella fascia in cui possiamo programmare lo Scudetto. Chi ce lo chiede non è in buona fede: qualche giornalista, a inizio stagione, ci aveva messi sesti nella griglia di partenza del campionato. Non ci sentiamo una squadra incompiuta, stiamo facendo un buon lavoro. Non è giusto pretendere di più però si può sognare. Chi acquisterei sul mercato con più fondi? A me piacciono i giocatori giovani, con potenzialità, su cui poter lavorare. Io come i brasiliani? In questo lavoro chi si diverte ha la possibilità di far meglio. Chiariamo però, a me vincere andrebbe bene, sarei più contento».

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