2017

Saputo rilancia il Bologna: «È mancata la continuità. Donadoni…»

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Joey Saputo a tutto campo sul suo Bologna, sul legame con il Canada e sullo stadio: «Dovrebbe essere da 25mila posti, i tempi…»

Puntuale: Joey Saputo spacca il minuto, arriva nella sala stampa del Dall’Ara alle 10 in punto, come da programma. Si siede: alla sua destra l’ad Claudio Fenucci, che interverrà con frequenza, per spiegare, chiarire, tradurre; alla sua sinistra il ds Riccardo Bigon, che non proferirà parola. Saputo, che bilancio fa di questa stagione? «L’obiettivo era il mantenimento della categoria e l’abbiamo raggiunto. I giovani hanno dato un contributo e noi ci auguriamo che crescano, rispetto all’anno scorso ci sono mancati i risultati contro gli avversari di prima fascia». Come domenica con la Juventus? «Sì, ma quella era una festa e tale è stata. C’erano anche i soci di minoranza canadesi e mio padre, che era già in Italia, sono una persona trasparente, volevo renderli partecipi del progetto, mi faceva piacere fargli respirare l’atmosfera del Dall’Ara e fargli vedere il Centro Tecnico Niccolò Galli. Abbiano perso negli ultimi minuti, credo siano 7 i punti persi quest’anno oltre il 90’…».

LAVORARE – Qual è stato il problema di quest’anno? «La continuità, che non abbiamo avuto». Saputo ha una ricetta semplice per migliorare la squadra, come conferma a “Il Corriere dello Sport”: «Puntando sulla crescita della squadra, aggiungendo giocatori validi per renderla più competitiva». Lei si è divertito? «Non molto. È stata una stagione abbastanza difficile, pensavo di avere una squadra migliore di quella che abbiano visto sul campo». Pure i tifosi. «Ma io li ringrazio perché ci sono stati vicino anche nelle giornate più difficili. Capisco che vogliono una squadra più competitiva, ma io come imprenditore devo ragionare su tempi più lunghi. L’ho sempre detto: il Bologna è vostro, io sono venuto qui per farlo tornare alla gloria del passato» Si va avanti con Donadoni? «Certo, ha un contratto fino a giugno 2018. Roberto ha sposato il nostro progetto, siamo contenti di lui, stiamo parlando con lui per allungare il contratto, la direzione è quella».

MONTREAL CONNECTION – Ci saranno altre operazioni «alla Dzemaili»? «Bologna e Montreal sono due club separati, ma se possiamo lavorare insieme lo facciamo. Lo ripeto: non farò mai qualcosa per fare bene al Montreal e male al Bologna o viceversa». Arriva a sostegno anche l’opinione dell’a.d. Fenucci: «È un rapporto di sinergia in cui si condividono alcune attività sia legate allo scouting che ai calciatori, è una grande opportunità avere due club così». Possono arrivare a Bologna giocatori del Montreal? «No, per ora no, non sono pronti. Speriamo più avanti». Può indicare il budget del mercato? «Non renderò mai pubblico il mio budget. L’unica cosa importante è questa: sappiamo cosa abbiamo e cosa vogliamo fare, abbiamo mezzi per farlo, sappiamo quali sono le lacune quest’anno, vogliamo rinforzare la squadra». Arriverà un top player, come è successo con Drogba a Montreal? «Drogba a Montreal è stato un’opportunità. Se esisterà anche qui l’opportunità di portare un giocatore bravo che entra nel progetto, per mentalità, filosofia e stipendio, allora lo faremo. Ora ci interessa trovare il sostituto di Dzemaili».

STADIO – A che punto è il progetto stadio? «Ho trovato che qui è più facile lavorare per rifare lo stadio rispetto a Montreal: anche se è complicato, vedo che c’è voglia di farlo. Tra città della moda e città dello sport, i tempi per tutto processo potrebbero essere più lunghi del previsto». Interviene Fenucci: «Con l’amministrazione comunale stiamo valutando alcuni aspetti chiave come la legge 147 sugli stadi e alcuni aspetti economici dell’operazione. Diciamo che c’è un clima collaborativo da parte di tutti per giungere a conclusione dell’operazione». Reputa la cittadella della moda un investimento remunerativo? «Io guardo anche i partner, mi sento tranquillo, il progetto è solido, la città della moda ci aiuta a ridurre i costi per lo stadio, la società che farà l’operazione è comunque controllata dal Bfc 1909». Ci sono novità sulla capienza, almeno stando a quanto detto da Saputo: «All’inizio la capienza pensata era di 25.000 posti, ora guardiamo se possiamo avere uno stadio che possiamo modellare per poter aumentare la capienza».

FUTURO E TIFOSI – Il Bologna ha perso una partita su due. Così la passione si spegne: «Non bisogna confondere la passione con l’aspetto economico. Se lascia che sia il cuore a decidere, allora sbagli. Noi abbiamo un piano economico ben preciso, conta questo. C’è chi spende un sacco di soldi, magari i risultati non arrivano e lui va via. Io non sono così. A me interessa costruire, costruire una base solida. Ho messo la mia passione, il mio cuore, ma anche la mia capacità di investimento». Si parla di progetto di crescita, ma l’anno scorso venne venduto Diawara. Quest’anno ci saranno altri sacrifici? Di Francesco e Verdi, per citarne due, rimarranno a Bologna? Saputo non ha dubbi: «Quest’anno non partiranno, saranno con noi». Dove vede il Bologna tra qualche anno? «Il nostro obiettivo nell’immediato è quello di arrivare al top nella nostra fascia, il salto lo faremo quando cominceremo ad aumentare i ricavi. A quel punto lì possiamo sognare ed investire. E allora non si sa dove possiamo arrivare…». Oggi però… «Oggi però dobbiamo essere realisti, non bisogna pensare allo scudetto, noi vogliamo eccellere con le società che sono comparabili a noi. Certo, è bello sognare, ma dobbiamo essere realisti» L’investimento più costoso della sua gestione è stato Mattia Destro. Che giudizio ne dà? «Abbiamo fatto un investimento abbastanza importante su di lui un paio d’anni fa, ha il potenziale per essere un top player, solo che bisogna avere pazienza». E voi l’avete? «E noi ce l’abbiamo…».

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