Nel mentre Meridie chiede 2,8 milioni: c’è rischio pignoramento

Non finiscono qui i guai per il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, che ieri ha patteggiato una condanna di un anno e dieci mesi (convertibili a quanto pare in alcune ore di servizi sociali) per il crack della sua compagnia aerea, la Livingston. Il numero uno blucerchiato, che era accusato di bancarotta fraudolenta, dovrà prima di tutto versare ottocentomila euro al Ministero dello Sviluppo Economico come indennizzo, quindi dovrà fare i conti anche con la giustizia sportiva. Sì, proprio così, perché Ferrero potrebbe, anzi dovrebbe decadere dalla carica di presidente della Sampdoria. A dirlo a chiare lettere è in verità il codice di giustizia sportiva, all’articolo 22: non possono ricoprire cariche di dirigenti sportivi soggetti condannati ad oltre un anno di carcere in via definitiva con pena passata in giudicato secondo il principio dell’onorabilità. A questo punto il regolamento prevederebbe che sia proprio Ferrero ad autodenunciarsi presso la Federazione per dare luogo alle pratiche di decadenza, ma qualora così non dovesse essere, allora sarebbe la stessa FIGC ad intervenire tramite i propri tribunali con un deferimento e quindi con l’avvio di un processo.

CAOS SAMPDORIA: PIGNORAMENTO DA MERIDIE? – Non è ancora finita qui. Giunge oggi notizia di una richiesta di pignoramento ai danni proprio di Ferrero della boutique Meridie, società quotata anche in Borsa e che fa riferimento all’imprenditore napoletano Gianni Lettieri, che reclama un pagamento di 2,8 milioni di euro per aver svolto l’incarico di advisor nell’operazione che portò all’acquisto di Livingston da parte di Ferrero anni fa. Soldi che, a quanto pare, Ferrero non avrebbe mai pagato. Lettieri adesso chiede il pignoramento dei beni del numero uno blucerchiato per ottenere quanto gli spetta: tra questi c’è anche la Sampdoria, entrata nel frattempo a far parte del patrimonio di Ferrero.