Sampdoria, Sagramola: "Palermo, ti amo ma ti batto" - Calcio News 24
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2012

Sampdoria, Sagramola: “Palermo, ti amo ma ti batto”

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PALERMO SAMPDORIA SAGRAMOLA – Ha lavorato al fianco di Zamparini per otto anni, non pochi considerando la personalità “frizzante” del presidente del Palermo. Ora si ritrova a doverlo affrontare da avversario, vista la carica di amministratore delegato che ricopre alla Sampdoria, prossimo avversario in campionato: «Come ho fatto a resistere? Con lui devi trovare i modi e i tempi. Intanto evitando le telefonate. Zamparini ha mille impegni, magari gli parli al telefono e lui è distratto da qualcos’altro e si pone con un atteggiamento di chiusura. Se lo incontri capisci in che momento è», ha dichiarato, come riportato da Il Secolo XIX, il dirigente blucerchiato, che ha proseguito: «Mi stupirei  se lo vedessi al campo. Lui durante la partita fa in genere due cose: o prende un taxi e gira nervosamente per la città oppure gira altrettanto nervosamente a piedi attorno allo stadio. Ormai non sento parlare d’altro che di derby e ci sono dentro. È una partita che ho sempre guardato anche da lontano, mi esaltava per la sua tensione emotiva. Adesso la vivrò. Emozioni Palermo? Saranno inferiori al derby, già lo so, ma saranno ugualmente grandi. Palermo è una città bellissima, tutta la Sicilia è una terra bellissima. C’è un clima magico, un mare splendido, siti archeologici, città meravigliose ricche di storia e di cultura. Potrebbe essere la California d’Italia, dovrebbe essere un traino per tutta la nazione e invece è un problema».

«Se si può, ovviamente. Certo questo mestiere mi impedisce ormai di essere tifoso di una squadra diversa da quella per cui lavoro. Ma poi qui il livello di coinvolgimento è totale», ha aggiunto Sagramola, che poi sulla cessione di Cavani e le difficoltà attuali della squadra rosanero ha spiegato: «Cavani era un ragazzo molto introverso con un carattere persino spigoloso. Non facile. Era già chiara questa sua generosità agonistica, attaccava e poi lo trovavi a difendere al limite dell’area. Quel che non era certa era la sua capacità realizzativa: a Palermo sbagliava ancora molti gol. Cavani lo pagammo quattro milioni e lo vendemmo per diciassette. Il Palermo è in quello che potremmo definire fine ciclo. Per mantenere il livello di competitività voluta da Zamparini, una squadra come il Palermo è costretta a vendere alcuni pezzi pregiati e dunque reinvestire una parte dei proventi. Perciò non tutte le stagioni possono riuscire alla stessa maniera. A volte serve un po’ di tempo. Ma la tifoseria è molto comprensiva. Una volta ci batterono le mani dopo uno 0-5 contro l’Udinese. Le due sole contestazioni furono per le sconfitte contro il Catania».