2013

Sampdoria, Palombo: “Ho pensato di smettere, ora…”

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SAMPDORIA PALOMBO – Intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, Angelo Palombo ha parlato del suo ritorno al calcio giocato, con la maglia della sua amata Sampdoria. Il centrocampista toscano, tornato a essere fondamentale per la formazione blucerchiata, ha parlato anche del tumultuoso passato con il club doriano, con il quale ha rischiato di arrivare a una chiusura quasi traumatica, anche per il proseguio della sua carriera: “Il dispiacere maggiore è aver perso un anno di Sampdoria, altrimenti sarei oltre le 400 presenze. Per il resto questa esperienza mi ha arricchito umanamente e fortificato come giocatore. Lo ammetto, ho vacillato, ci sono momenti in cui vedi tutto nero, anche i consigli di chi vuole aiutarti sembrano attacchi alla tua persona. Sentivo cose brutte su di me e soffrivo, pensavo: ho sempre avuto rispetto per tutti, perché mi ricambiano così? Ho pure pensato di smettere. La panchina in Serie B? Me la meritavo per come giocavo. Volevo reagire, aiutare la squadra. Mi dicevo: uno come me non può fare fatica in B. Ci pensavo giorno e notte e andava sempre peggio. La cosa più difficile è stata staccarmi da Genova, l’ho fatto solo per aiutare la Samp. L’estate precedente avevo rifiutato un’offerta incredibile dalla Fiorentina, non volevo lasciare la barca che affonda. Non sarei andato neppure al Real. Dopo sono andato all’Inter perché me lo ha chiesto la società, ho giocato pochissimo e sono tornato, ma per scelta tecnica sono stato accantonato. Come ho reagito? Sono ripartito da zero, ho spalmato il mio ingaggio per dare un segnale. Non pretendevo nulla, ma quando ho visto che non venivo convocato neppure per le amichevoli ho sofferto. Non mi sono arreso, non ho fatto casino, anche per rispetto a Riccardo Garrone, mi sono allenato come sempre, poi mi ha chiamato Delio Rossi. Ero in ansia: e se ora pure lui mi fa fuori? Invece è stato trasparente. Mi ha detto che se avessi meritato un posto avrei giocato. La mia parabola discendente non è ancora iniziata, il gps in allenamento frulla. All’Inter ho avuto la fortuna di allenarmi con Zanetti, un esempio, devastante, la sua forza fisica vale il sinistro di Messi. Un ritorno in Nazionale? Sarebbe come tornare bambini, come la prima convocazione: una gioia indescrivibile. Chissà, magari ora che so giocare in due ruoli…

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