2013

Sampdoria, Mustafi: «Bel gruppo anche fuori dal campo»

Pubblicato

su

SAMPDORIA MUSTAFI – Il difensore della Sampdoria, Shkodran Mustafi, ha rilasciato alcune dichiarazioni a SampTV in merito alla sua esperienza in blucerchiato. Ecco quanto raccolto da SampNews24: «Abbiamo fatto belle partite, prima di Livorno mancavano solo i tre punti. Ora è tutto più facile anche se l’Atalanta è una squadra tosta. Sabato dobbiamo fare altri tre punti per dare continuità e penso che possiamo farli anche in casa perchè siamo una squadra forte. A parte il derby nelle altre partite a Marassi abbiamo giocato bene. Questo non vuol dire che non dobbiamo lavorare ancora. per vincere dobbiamo fare quanto fatto nella precedente partita: lottare e giocare. Poi con i tifosi alle nostre spalle è tutto più facile».

PRIMA DELLA SAMP – «Mio padre mi ha trasmesso la passione per il calcio perchè lui non voleva che andassi sempre fuori con gli amici. Così mi sono avvicinato al calcio. Sono nato e cresciuto in Germania però tutti i miei parenti sono albanesi per cui quando sono venuto in Italia mi sembrava di essere in Albania. L’Everton? Era il mio sogno giocare in Inghilterra e per questo ho accettato l’offerta dell’Everton, anche se in un primo tempo volevo restare nel mio paese. In Premier League è stato difficile l’adattamento perchè il calcio è più fisico e veloce, rispetto alla Germania dove conta di più la tattica. L’ambientamento è stato facile visto che ero abituato a vivere da solo, solo la lingua mi ha creato qualche problema».

L’ARRIVO ALLA SAMPDORIA – «Poi è arrivata la Sampdoria che all’inizio non conoscevo. Mi sono informato e ho visto che c’erano buoni giocatori, anche se la squadra era in Serie B. In cadetteria non ho fatto tante partite però è stata la scelta giusta perchè mi ha dato modo di ambientarmi all’Italia e ora mi trovo benissimo. Soriano, Krsticic e Obiang mi hanno detto che è normale impiegare un po di tempo per adattarsi alla Sampdoria. Inoltre Roberto mi ha aiutato tanto perchè sapeva il tedesco e mi ha insegnato l’italiano. In Inghilterra finivamo l’allenamento e ognuno andava a casa sua. Qui invece siamo una squadra giovane e quindi stiamo molto insieme anche fuori dal campo».

Exit mobile version