2015

Zenga evitabile ma Ferrero ha interrotto la parabola discendente

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La Sampdoria a Vincenzo Montella: Ferrero ha così scelto di archiviare la brevissima parentesi Zenga

Il tweet è arrivato: il presidente Massimo Ferrero ha annunciato l’approdo di Vincenzo Montella sulla panchina della Sampdoria. E’ l’ex allenatore di Roma, Catania e Fiorentina a succedere a Walter Zenga, la cui esperienza alla guida della Samp è durata appena cinque mesi. Ancora da ufficializzare i termini con i quali si è risolto il vincolo contrattuale che legava Montella alla società presieduta dalla famiglia Della Valle.

COSA LASCIA ZENGA – Una Sampdoria al decimo posto con 16 punti totalizzati in 12 gare di campionato (media di 1.33 punti a partita, la resa racconterebbe di un campionato da 50 punti e questa Samp avrà senz’altro l’ambizione di fare meglio) e non sarebbe neanche questo l’elemento cruciale nelle valutazioni sull’operato di Walter Zenga: la macchia incancellabile risale alla clamorosa eliminazione subita al terzo turno preliminare d’Europa League dai serbi del Vojvodina, ora al nono posto nella classifica della SuperLiga serba. Il folle 0-4 casalingo incassato nella gara d’andata ha di fatto aperto una crepa ancor prima che l’esperienza di Zenga sulla panchina doriana iniziasse: a subirne gli effetti anche l’intero movimento calcistico italiano, chiamato proprio in questa stagione al sorpasso nel Ranking Uefa su Premier League e potenzialmente Bunsdesliga ma d’un tratto ritrovatosi con una squadra – e portatrice di punti chiave nella complessa rincorsa – in meno.

SCELTA EVITABILE? – Probabilmente sì. Il presidente Massimo Ferrero – con tutte le sfaccettature del suo esplosivo carattere – funziona discretamente bene quando le cose girano per il verso giusto ma per sua natura rischia di incepparsi alle prime difficoltà. Perché dunque cercarsele? La scelta è stata di quelle estremamente rischiose: vuoi per il contradditorio curriculum di Zenga, vuoi perché sulla piazza c’erano già allenatori senz’altro più strutturati. Fatto sta che Ferrero – era quasi preannunciato – è dovuto tornare presto sui propri passi e rinnegare la scelta: il destino ha voluto che l’ultimo atto si scrivesse proprio al cospetto della dimostrazione di forza incassata tra le mura amiche dall’ex squadra del nuovo tecnico.

LA SAMPDORIA DI MONTELLA – Brava la Fiorentina ed in primis società e dirigenza nel trovare subito le contromisure migliori per reagire al tumultuoso addio di Montella: nessuno avrebbe scommesso su un avvio di stagione tanto prorompente da parte dei viola. Ora l’Areoplanino – che ha ringraziato la sua ex squadra per l’opportunità ora concessagli ed ha preferito lasciare spazio ai ricordi belli piuttosto che agli ultimi – ha il compito di invertire la marcia di una Sampdoria a tratti inceppata: occorre continuità, si necessita di valorizzare un organico di buon livello ma ad oggi mai risultato maggiore della somma delle sue parti. Anzi minore. La via sarà la medesima: quella della qualità. Del bel gioco. Delle idee, dell’imposizione del proprio calcio a prescindere dall’avversario, del ragionamento, della palla a terra. Ferrero ha fermato l’emorragia scegliendo – come lui stesso l’ha definita nel tweet di benvenuto – una stella. E di questo gli va dato atto: era Montella il nome giusto per interrompere la parabola discendente e Montella è arrivato.

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