2015

Sampdoria, Laigle: «Vi racconto i miei blucerchiati»

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Tre anni, dal 1996 al 1999, con la Samp

Tre anni – dal 1996 al 1999 – a Genova, sulla sponda blucerchiata che l’ha ben accolto e ha imparato ad apprezzarlo. Pierre Laigle ha vissuto la Sampdoria e ha giocato poi in patria. Nell’intervista concessa a “Il Secolo XIX” di cui vi riportiamo alcuni passaggi, Laigle ha raccontato la sua esperienza alla Samp: «L’esperienza alla Sampdoria è stata bella, fondamentale. Mi ha cambiato. Non ero mai stato via da Lens, era la prima volta. Eriksson mi parlava un italiano semplice. Mi ambientai subito, i compagni mi accolsero bene. Arrivammo sesti, Mihajlovic era un grande giocatore sul campo, forte personalità, ma non immaginavo allora che sarebbe diventato un ottimo allenatore. Il leader era Mancini, poi Sinisa e Veron, anche se aveva solo 21 anni. E Mannini o Franceschetti. Peccato, saremmo potuti arrivare secondi o terzi: facemmo un ottimo girone d’andata, poi calammo».

LE DICHIARAZIONI – Nel 1999 arrivò la retrocessione: «Il terzo anno fu un casino: Spalletti, poi Platt, poi di nuovo Spalletti. Ma quanto un allenatore torna dopo esser stato mandato via, come si fa a lavorare? Finimmo retrocessi e me la ricordo l’ultima partita (Bologna-Samp, ndr), ma la squadra era stata indebolita. Ogni anno andavano via i migliori. Non credo fosse un problema d’inesperienza: Enrico Mantovani aveva visto lavorare il papà. Credo sia stato un problema di ambizioni. Io sarei rimasto anche in B, a Genova sono stato bene».

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