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Sampdoria, Garrone: ?2012 di gioie e dolori?

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SAMPDORIA GARRONE – Alla vigilia del Natale, Edoardo Garrone ha parlato a Il Secolo XIX per tracciare un bilancio del suo 2012:  «Innanzitutto è nato il piccolo Vittorio. Poi ci sono anche state altre vicende emozionanti, come la promozione. E pure problemi. Il 2012 è stato difficile per tutti e forse lo sarà anche il 2013, spero che la crisi si attenui. Abbiamo avuto soddisfazioni anche a livello aziendale, un’operazione importante fatta lo scorso mese, un grosso investimento nell’eolico. Però è stato un anno duro che ha seguito altri anni duri. Preoccupazioni e fatica si sono bilanciate abbastanza con le gioie. È stato un bel pareggio…che è già tanto. Molte volte si perde».

Quello della Sampdoria, invece, secondo il patron blucerchiato: «Intenso, faticoso, anche doloroso, dal punto di vista dei conti e umano. Perché quando si cambiano le persone è sempre un dispiacere. Forse in questo non sono ancora abituato alle dinamiche del calcio, nelle aziende industriali non ci sono cambi così repentini. E quindi umanamente dispiace, però si ragiona sempre nell’interesse dell’azienda, in questo caso della Samp, sperando di sbagliare il meno possibile. Bilancio in rosso? Bisogna fare attenzione. Il Fair Play dovrebbe stabilire regole. Puntare ad avere maggiore equilibrio tra costi e ricavi. A prescindere dai soldi che mette l’azionista. Anche chi ha mezzi illimitati cioè non può fare investimenti senza ricavi adeguati. Questo è un campionato dove non girano tanti soldi, almeno nel mercato estivo, però mi sembra abbastanza divertente. Vedo bellissime partite. Forse saremo meno competitivi nelle coppe europee, però si vedranno squadre emergenti da altri Paesi. Si amplia il mercato, bisognerà essere bravi a fare squadre competitive con meno mezzi a disposizione. Bisognerà investire molto di più in competenze, osservatori, talent scout, nei settori giovanili, in alleanze con squadre minori. Bisognerà fare un lavoro molto più organizzato sul fronte giovanile, perché non si potranno investire grandi risorse per acquistare giocatori già “fatti”».

Garrone, poi, coglie l’occasione per parlare della legge sugli stadi “affossata” dal Parlamento: «Per me è un grave errore, implicherà in ritardo dell’Italia verso altri Paesi europei. Probabilmente c’è anche una scarsa informazione, perché altrove gli stadi sono fatti con gli stessi meccanismi. O sono tutti matti o a volte in Italia si fa della demagogia. Sicuramente a Natale 2013 sapremo se potremo fare o meno il nostro stadio, perché quest’anno avremo un progetto vero e proprio e un piano di fattibilità economica. Se ci daranno risposte positive saremo in grado di decidere, naturalmente d’accordo con l’amministrazione pubblica e avendo tutti i permessi. Il 2013 sarà l’anno del “sì o no” dello stadio alla Fiera, anche perché per fare le cose bene in un’area importante come quella bisogna veramente essere sicuri che si faccia un progetto di eccellenza che si sostenga economicamente. Non è possibile di fare nuovi interventi con denaro pubblico, non è questo l’obiettivo».

Il numero 1 della Sampdoria ha analizzato anche il momento delicato che sta affrontando la squadra: «Ho sempre dichiarato che questo per noi sarebbe stato l’anno zero e che avremmo puntato a una salvezza tranquilla. L’ho detto anche dopo avere sentito il parere dei tecnici: avevamo un’ossatura di squadra giovane che però poteva farci fare un campionato per la salvezza tranquilla pur sapendo che sarebbe stato molto competitivo sulla parte bassa, dove avrebbe coinvolto più squadre. Avrei sperato francamente di trovarmi alla fine del girone di andata con qualche punto in più, con una posizione più tranquilla di questa. Ci ritroviamo in una posizione in cui dobbiamo stare molto attenti. Questo è uno dei  motivi per cui ho ritenuto di mettere la squadra in mani esperte come quelle di Delio Rossi. Non cambia il programma ovviamente. Dobbiamo salvarci, possibilmente non all’ultima giornata e dobbiamo continuare a migliorare l’organico per gli anni a venire. Cercando di valorizzare al massimo i nostri giovani e di farne entrare altri. Vivrò questa fine del girone di andata con un po’ di apprensione e magari anche le prime giornate di ritorno, sperando che piano piano si inverta la tendenza. Avevamo messo in conto che nessun tecnico in quattro giorni può migliorare le cose che non funzionano. Ho visto una Samp solida fino al gol e dopo non è riuscita a scardinare la difesa della Lazio, squadra quadrata. Ma sono fiducioso per il futuro. Delio Rossi? Si vede che è concentratissimo sul lavoro che lo aspetta. Sabato pomeriggio quando è arrivato nella saletta dove eravamo riuniti per il Natale è sembrato un po’ burbero. Si è scusato, ma ha spiegato che stava ancora pensando alla partita. Si vede che consuma tante energie prima e durante la gara».

E, infine, tra mercato e sogni per il 2013 ha concluso: «Quello invernale si chiama di riparazione. Si fanno aggiustamenti, non rivoluzioni, non investimenti. Si prova a migliorare dove si è più debole. E come tutti i mercati “poveri” penso che si concentrerà negli ultimi quattro giorni. Mi aspetto che nel 2013 la seconda parte del campionato sia migliore della prima. La salvezza non la cito nemmeno più. Non dico “spero”, ma dico “voglio” la salvezza è una cosa diversa. Spero di arrivare a giugno nelle condizioni migliori per passare dall’anno zero all’anno uno. Alla fase di consolidamento. Che sia stato definitivamente assorbito il costo della retrocessione, in termini economici e anche di contratti onerosi che ci siamo portati dietro. Io lavoro per questo e spero che anche per i nostri tifosi questo sia se non il sogno, l’auspicio».