2014
Sampdoria, Gabbiadini: «Non assomiglio affatto a Mihajlovic…»
GABBIADINI MIHAJLOVIC SAMPDORIA – Manolo Gabbiadini sta ritrovando la condizione e la fiducia in se stesso con Mihajlovic alla Sampdoria e domenica all’Olimpico ha segnato un gol splendido su punizione chiudendo la gara e smorzando la reazione del Torino. Lo stesso Manolo Gabbiadini oggi ha parlato del suo momento in blucerchiato a Il Secolo XIX, di seguito trovate le sue parole riprese dal Sampnews24.com.
ERRORI – «Ho fallito una buona occasione. Io dal campo non me ne sono accorto. Me lo ha raccontato Mihajlovic alla fine della partita, in mezzo al campo: “Meno male che hai segnato, perché per quell’occasione mi hai fatto saltare“. Lo capisco. Non è che ho aperto troppo il sinistro, ho proprio ciccato il pallone: mi sono arrabbiato anch’io con me stesso. Assomiglio poco a Mihajlovic. Anzi, non gli assomiglio affatto, visto che ho sbagliato diverse punizioni. E quando le sbaglio, significa che vanno fuori. Non so se a Mihajlovic sia mai capitato…».
PUNIZIONI – «In passato non calciavo le punizioni. Perché nello scorso campionato quando giocavo nel Bologna c’era un altro specialista come Alino Diamanti, le batteva giustamente tutte lui. Due campionati fa, quando giocavo nell’Atalanta, ero ancora troppo giovane. Però battere le punizioni è un aspetto del calcio che mi è sempre piaciuto. E sono contento che qui alla Samp mi venga data fiducia e me le facciano battere. Mihajlovic ci dà suggerimenti su come tenere il piede d’appoggio, su come prendere la rincorsa… anche se penso che alla base di tutto ci sia una predisposizione individuale».
GOL – «Prima di calciarla col Torino mi ero accorto di un paio di dettagli importanti. Che Padelli si era sistemato al centro della porta e che in barriera aveva messo solo quattro uomini, secondo me uno di troppo considerando la distanza della punizione. Perché più uomini hai, minore è la visuale. E in più c’erano un paio di miei compagni a dargli fastidio. Mi sono accordo subito di averla colpita bene e nella direzione giusta. Sapevo che se centravo quell’angolo Padelli avrebbe rischiato di arrivarci in ritardo…».
RICONOSCIMENTI – «Ventura mi ha chiesto la maglia a fine gara, mi ha detto che era per un suo amico e gliel’ho data volentieri. Non mi era mai capitato che un allenatore avversario mi chiedesse la maglia. E’ successo con qualche tecnico che mi ha allenato in passato, nelle giovanili. Mustafi in nazionale? Sono contento per lui, è cresciuto molto in queste ultime settimane e una chiamata della nazionale è sempre una cosa speciale. Io al Mondiale? Sono decisioni di Prandelli in ogni caso, penso che uno stage di tre giorni possa contare poco a livello di scelte».