Hanno Detto
Sampdoria, D’Aversa: «C’è ancora molto da fare, ma sono soddisfatto»
L’allenatore della Sampdoria Roberto D’Aversa ha parlato del primo mese di lavoro in blucerchiato
Roberto D’Aversa, tecnico della Sampdoria, fa il punto della situazione ai microfoni de Il Secolo XIX: le sue dichiarazioni.
LEGGI L’INTERVISTA INTEGRALE SU SAMP NEWS 24
RITIRO – «Sono soddisfatto del ritiro. Mi ha colpito l’educazione al lavoro di questo gruppo. C’è molto da fare, siamo ancora agli inizi. Abbiamo lavorato su aggressioni nella metà campo avversaria. Sulla costruzione, nel cercare di recuperare palla subito, sulla pressione. Gli errori tecnici che si possono essere visti non sono dovuti alle qualità, ma ai carichi di lavoro pesanti».
ROSA AMPIA – «Bisogna organizzarsi. Mi dispiace non dare maggiori spazi a chi se li merita. E il numero dei calciatori varierà ancora al rientro a pieno regime di chi si è aggregato dopo. Ma è impensabile, anche per la società, affrontare il prossimo campionato con questo numero. Scelte? Un allenatore deve essere abituato a lavorare con i calciatori che ha a disposizione a prescindere dal mercato. Per ora poi li conosco ancora da troppo poco. Un’idea iniziale può anche cambiare. Ora sto completando le valutazioni».
OBIETTIVI – «Bisogna avere l’ambizione di migliorare, perché non puntare a fare qualche punto in più? È un obiettivo non semplice ma penso che con lavoro sudore e convinzione, tutti quanti noi dobbiamo avere la volontà di raggiungere i 52 punti di Ranieri».
MERCATO – «Vediamo cosa succede, dove si può migliorare. Dirò la mia. Per ora è fermo, ma per tutti. Credo ad esempio che questa Sampdoria sia formata da tanti attaccanti e un po’ simili, più adatti alle due punte che a un sistema con un riferimento centrale. Come anche si possono migliorare le coppie, se abbiamo due destri prendere un mancino che possa dare un’alternativa a piede invertito. Però secondo me meno la si tocca meglio è. Per il resto, chi lo sa… Gli ultimi giorni del mercato sono il “terrore” di ogni allenatore. Mi auguro di non perdere proprio lì qualche elemento chiave».