2013

Samp priva di talento: tutti insieme o non se ne esce

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Attacco privo di mordente e tenuta difensiva ballerina: Rossi cambia ma i risultati non arrivano

SERIE A SAMPDORIA – A secco di vittorie dopo sette gare di campionato: tre pareggi e quattro sconfitte, questo il magro bottino ottenuto dagli uomini di Delio Rossi in un avvio di stagione che non ha mascherato gli evidenti limiti dell’organico blucerchiato. Terzultimo posto oggi, rischio retrocessione domani? Analizziamolo insieme.

ATTACCO SPUNTATO – Prima del 2-2 casalingo raggiunto in extremis contro il Torino la Sampdoria non era mai riuscita a segnare tra le mura amiche del Marassi: è vero, gli avversari vantano un calibro differente – Juventus, Roma e quel derby di Genova che da sempre fa storia a sé – ma non può essere tralasciata l’evidenza di una certa difficoltà sia nel proporre gioco che nel finalizzare le occasioni a disposizione. Il centrocampo a dire il vero è privo di almeno un interprete che possa elevare la qualità complessiva della manovra e l’attacco è piuttosto leggerino: anche Gabbiadini, il più prolifico ad oggi con le sue due realizzazioni, personalmente non convince in pieno. Dunque una squadra costruita un po’ alla buona senza effettivi rinforzi che potessero invertire un trend già l’anno scorso non propriamente positivo.

CONFUSIONE TATTICA – Delio Rossi le sta provando un po’ tutte per chiudere il cerchio della sua Sampdoria ma i risultati non sono affatto soddisfacenti: basta pensare alla circostanza per cui due dei tre pareggi siano stati raggiunti nei battiti finali delle gare – rispettivamente a Caglliari e nell’ultima discussa sfida di campionato con il Torino – e che dunque la classifica della Sampdoria sarebbe potuta essere addirittura ulteriormente penalizzante. Difesa a tre o a quattro la storia non cambia: la Samp continua a subire gol – paradossalmente soltanto contro Juve e Milan il tabellino recita una sola rete al passivo, in tutte le altre gare i gol subiti sono almeno due – senza peraltro trovare efficienti coordinate di gioco: responsabilità primaria ad un organico in cui è davvero complesso individuare una luce che possa accendersi e risollevare le sorti di un gruppo in palese crisi d’identità.

TESTA BASSA E SACRIFICIO: UNICA VIA PER LA SALVEZZA – Sarà difficile, è bene ribadirlo, ma la Sampdoria ha la storia e la stoffa per potersi sollevare: la storia di un club che si è ritagliato pagine importanti sia sul palcoscenico nostrano che su quello internazionale, la stoffa di un allenatore combattente che non mollerà un centimetro. O meglio soltanto dopo aver tirato fuori l’ultimo briciolo di resistenza e dedizione alla causa ad ogni calciatore dell’organico blucerchiato. Obiang, Krsticic, Eder e Gabbiadini: questi i nomi che potrebbero essere sviolinati ma – per quanto prospetti interessanti, o nel caso del brasiliano attaccante piuttosto affidabile – che non sembrano avere il fattore extra per risollevare da sé le sorti della squadra. Tutti insieme o non se ne esce, insomma: sarà inevitabilmente questo il diktat urlato da Delio Rossi per rilanciare le ambizioni di una Sampdoria forse nel punto più complesso dal suo ritorno nella massima serie ad oggi.

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