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Salernitana, Nicola: «Sintonia e armonia le chiavi del nostro miracolo»
L’allenatore della Salernitana Nicola è tornato a parlare del miracolo salvezza della squadra granata
Davide Nicola, allenatore della Salernitana, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha raccontato il miracolo salvezza della squadra granata.
CORSA POST SALVEZZA – «L’istinto e la naturalezza di dichiarare bisogni e sentimenti. Era l’unica possibilità per ringraziare le persone che hanno partecipato a un percorso di tre mesi, una centrifuga per velocità ed intensità, per dire: signori, senza di voi sarebbe stata impossibile».
UNA PAROLA – «Armonia. Una sintonia totale tra ruoli e intenti. Un’armonia dalla società al direttore, dall’allenatore ai giocatori ai tifosi. Ha moltiplicato certezze e valori».
PENSIERI – «Che la soddisfazione più grande sono stati i sorrisi di tifosi, giocatori e società. E’ stata una rincorsa tosta, costruita su tre aree: un gioco fondato sul coraggio, un piano tecnico-tattico per esprimere ciò che serviva per l’obiettivo e le relazioni, con la capacità di credere all’obiettivo senza essere schiavi dei picchi emotivi».
CREDERCI – «Credere non è sempre raggiungere. Significa esprimere al massimo se stessi e le proprie idee. Credere è il percorso, non il risultato finale. Quando arrivo ricavo una percezione positiva perché trovo una squadra con la curiosità di iniziare la rincorsa e la voglia di credere nel percorso. Avremmo potuto non raggiungere il risultato, sarebbe stato ugualmente importante. Abbiamo dimostrato di aver cambiato la nostra espressione di gioco: è il vero successo».
ESPERIENZA SALERNO – «Per luogo, ambiente ed obiettivi. Mi ha gratificato la capacità di esprimere il coraggio. Lo si è visto in una linea difensiva alta, nella produzione di gioco e nella credibilità attraverso un modo preciso di stare in campo permettendoci di competere con chiunque. Anche con l’Inter accettando la parità numerica: quel giorno ho avuto la certezza che i ragazzi fossero disposti a tutto per credere nel progetto».
IERVOLINO – «Lo ringrazierei per l’opportunità e per averci messo a disposizione tutto ciò che serviva. E’ un presidente passionale e presente. Ho apprezzato che abbia rispettato i ruoli di ciascuno».
SABATINI – «La sua presenza è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare. È un uomo autentico e di grande credibilità. I tifosi hanno parlato di miracolo, ma è una parola abusata e non la condivido: c’è stata la sua capacità di portare giocatori forti e funzionali in poco tempo e un grande lavoro di sinergia. Senza Sabatini non so se i calciatori sarebbero venuti a Salerno: è stato fondamentale».
OBIETTIVI – «La società ha l’idea di crescere, con meno picchi a livello cardiopatico. L’obiettivo è la continuità, ma non si può avere tutto e subito. Per la prima volta la Salernitana farà due campionati di fila in A: ciò deve spingere a mettere umiltà e voglia per creare una realtà stabile nel tempo. La piazza lo merita».
FUTURO – «Il giorno dopo la salvezza ho incontrato il presidente: stiamo definendo gli ultimissimi dettagli, non ci sono problematiche. Dopo rinnoveremo per ripartire. E poi: perché non ripartire? Mi piacciono il contesto, le persone e la possibilità di costruire qualcosa di diverso».