Editoriale

Salernitana ed Empoli, la salvezza non fa la felicità

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A pochissimi giorni dalla gioia salvezza, Salernitana ed Empoli nel caos per la rivoluzione tecnica che entrambe stanno operando

Ah come sono lontani quegli attimi di infinita felicità che Empoli e Salernitana hanno potuto gustare appena pochi giorni fa. Per entrambe una salvezza tutt’altro che scontata a priori e adesso quell’aria frizzantina che fa rima, non baciata, con rivoluzione.

La formazione toscana era stata la grande rivelazione del girone d’andata: gioco aggressivo scintillante e moderno, talenti in bella evidenza e un bottino di punti già sufficiente in inverno.

Poi la primavera si è fatta più buia e il lungo digiuno di vittorie ha probabilmente indotto il Presidente Corsi a considerazioni in apparente contrasto con l’obiettivo centrato di fatto senza alcuna fatica.

E così ecco l’esonero di Andreazzoli a squarciare l’azzurro cielo empolese, come se quanto costruito in una Serie A complessivamente al di sopra delle aspettative valesse poco o nulla. Per l’inevitabile e logica delusione del tecnico.

Forse ancor più incredibile la situazione in casa Salernitana. Le frizioni tra il Presidente Iervolino e Walter Sabatini hanno portato alla clamorosa separazione con il Direttore Sportivo dei miracoli.

Perché non esiste termine più appropriato per definire l’impresa dei granata e grande merito va riconosciuto proprio all’esperto dirigente, capace di scegliere il condottiero più adatto e rivoltare come un calzino la rosa. Scovando talenti ai più sconosciuti (Ederson e Bohinen, su tutti) e rivitalizzando giocatori che sembravano irrimediabilmente bolliti (vero, Verdi?).

Eppure tutto questo non è bastato, perché la salvezza non sempre fa la felicità.

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