2016

Sacchi sul campionato italiano: «Juve senza rivali»

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La Juventus, secondo Arrigo Sacchi, non avrà nessun rivale per lo scudetto. L’unica avversaria è se stessa, i suoi limiti e le ambizioni in CL che potrebbero fargli compiere passi falsi

C’è chi parla di Juventus in caduta, in crisi, dopo la sconfitta contro il Genoa. Ma Arrigo Sacchi è categorico: nel campionato italiano, ancora ancorato a retaggi del passato che non gli permettono di fare il salto di qualità in Europa, la Juventus non ha rivali.

ALLEGRI OTTIMO ALLENATORE, JUVENTUS CON UN VANTAGGIO ENORME – «Quali sarebbero le antagoniste?La Juve viene da cinque titoli vinti, ha avuto infortuni. Ha qualità individuali straordinarie e Allegri è un ottimo  llenatore che conosce il calcio italiano, ma deve assemblare nuovi giocatori e ci vuole tempo. Però la Juve è prima in classifica e ha un vantaggio enorme che viene anche dalla superiorità morale» esordisce Sacchi sulle pagine della Gazzetta dello Sport «Ha storia e giocatori superprofessionisti. Il club viene prima della squadra che viene prima del singolo. Non vedo molte chance per le rivali: Il Milan? Non si sa. L’Inter? Non si conoscono i nuovi cinesi. La Juve in questo momento non ha le rivali  storiche. La Roma gioca un bel calcio non è una rivale storica. Ha vinto tre scudetti e la Juve una trentina. E poi è una squadra allegra, come la città. Per perdere lo scudetto la Juve deve suicidarsi calcisticamente. Certo, ora gli juventini hanno alzato l’asticella e pensano alla Champions, ma in Italia non hanno vere rivali».

SQUADRE CHE PIACCIONO MA RACCOLGONO POCO – Assodato che la Juventus non ha rivali, che il Napoli non è ancora all’altezza e il Sassuolo sta patendo i tanti impegni, ci sono squadre che secondo Sacchi hanno raccolto meno di quanto seminato, in termini di gioco espresso: «Oltre a Fiorentina e Roma, Pescara, Empoli, Samp. Giocano senza pesi e diventano spavaldi, però non sfruttano le occasioni. L’Atalanta? Produce un ottimo calcio italiano. Ha una dirigenza competente, un gran settore giovanile. Mi auguro che l’Atalanta abbia successo, però un anno non basta: Bonucci gioca a certi livelli da dieci anni. Spero che capiti anche ai giovani dell’Atalanta, perché voglio bene al calcio italiano e mi auguro sempre che si riesca a superare il passato. Inter e Milan? L’Inter è una squadra difficile. Sento dire che devono prendere altri giocatori: ne hanno ingaggiati 30­40 negli ultimi anni. Per vincere servono grandi motivazioni e spirito giusto: questa è la benzina e il motore è il gioco. Il Milan ottiene risultati che nessuno si aspettava, però deve fare meglio nella costruzione del gioco: Montella ha preso qualche schiaffo, ma deve essere propositivo come sempre è stato. Così resta uno dei tanti: il Milan ha risultati ma non ha un’identità».

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