Sacchi e l'incrocio Spagna-Italia: «Sono ottimista» - Calcio News 24
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2017

Sacchi e l’incrocio Spagna-Italia: «Sono ottimista»

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Arrigo Sacchi e la sfida del Bernabeu: «Andremo comunque al Mondiale. Ventura sta facendo un buon lavoro, Sarri…»

La storia è stasera, l’Italia si gioca tutto nella gara di Madrid: la Spagna come avversaria, una possibile sconfitta come semi-condanna allo spareggio. Arrigo Sacchi ha affrontato la Spagna da ct nel ’94 e dice la sua sulla sfida di stasera ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”: «Sono ottimista, credo che andremo comunque al Mondiale. Può darsi da subito, ma ricordiamoci che il coraggio vale sempre più della paura. Filosofie a confronto? Spero di no. Noi non abbiamo mai definito il calcio e lo pratichiamo come 2000 anni fa, in stadi simili a quelli degli antichi romani. Abbiamo agonismo e determinazione feroci che hanno storicamente compensato le nostre lacune: altrove, vincere senza merito non è vincere».

FILOSOFIE A CONFRONTO – Eppure fino a poco tempo eravamo noi i vincenti: «Loro erano sulla strada giusta, ma inseguivano lo spettacolo individuale. Quel giorno che il Real Madrid perse contro il mio Milan impararono che il calcio non si gioca individualmente. Sono diventati la nuova Spagna a poco a poco: sono arrivati Rikjaard e Guardiola al Barca, hanno giocato come collettivo sia in fase di possesso che di non possesso». Ventura ha il dubbio tra difesa a tre o a quattro: «Il 3-5-2 può mettere in difficoltà il nostro centrocampo, se non siamo bravi a scalare. Giocherei a quattro? Non dico questo, ma Ventura è senza esterni sinistri. Il metodo migliore è quello che una squadra ha interiorizzato e interpreta in automatico; oggi però c’è meno tempo e se cambi sistema sempre, finisci con il puntare sulle individualità. Ventura sta facendo un ottimo lavoro con quel che ha».

COME COLPIRE – A Euro 2016 li abbiamo sconfitti con Conte: «Anche la Juve due anni fa vinse con il Real: se loro non sono al top, fai una difesa forte e colpisci». Mancare il Mondiale – anche direttamente – verrebbe vissuto forse come un affronto: «Siamo strani: abbiamo vinto due Mondiali senza pensare di esser superiori, però stiamo crescendo. Ai miei tempi la Cremonese veniva a San Siro e si chiudeva; oggi l’Empoli di Sarri e il Sassuolo di Di Francesco fanno possesso palla». Un pronostico per Madrid: «Storicamente abbiamo una cultura corporativa e con le grandi ci esaltiamo. La Spagna soffrirà molto, siamo il pugile che nessuno vuole sul ring. E spero che Ventura dia all’Italia uno stiile come quello che ha dato al Bari».

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