2015
Sacchi: «Qualcuno cercava visibilità»
L’ex allenatore, accusato di razzismo, spiega nuovamente la sua opinione
Quella frase sui troppi giovani neri nei vivai italiani aveva scatenato subito le polemiche ed addirittura un tweet nel numero uno della FIFA Sepp Blatter (ormai onnipresente su qualsiasi argomento). Ieri Arrigo Sacchi, ai microfoni di Mediaset, ha provato un po’ a spiegare il suo punto di vista: chiarendo di non essere assolutamente razzista. L’ex allenatore del Milan oggi ha fatto il bis, intervistato per il Corriere della Sera: il suo concetto era molto diverso…
STOP, DIMENTICA! – Così Sacchi: «Sono stupito. La mia storia, il mio presente, parlano per me. Come si fa a descrivermi come un razzista? Ho allenato per trent’anni, a ogni livello, e non ho mai fatto distinzioni di pelle. Sa quando abbiamo litigato il Milan e io? Quando io volevo ingaggiare Rijkaard e la società puntava a Borghi. Rijkaard è di colore, però mai e poi mai ci siamo messi a parlare di bianchi o neri, ma di gioco, di talento, di adattabilità alle mie idee. E io ho preso Rijkaard e non Borghi. Credo che i fatti mi abbiano dato ragione». Ma quella frase? «Io non ho mai detto: “Troppi giovani di colore”. Ho commesso un’imprudenza, lo ammetto, ma in un discorso più ampio che riguardava i settori giovanili ho accennato a “Tanti giocatori stranieri, tanti giocatori di colore”. Una frase che è stata strumentalizzata, fino all’accusa di razzismo». Quindi l’attacco di Sacchi: troppo populismo, vigliaccheria e moralismo in chi lo ha criticato negli ultimi giorni: che qualcuno voglia cercare visibilità?