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Sacchi: «Nazionale, i giocatori devono seguire Spalletti, ma non c’è più l’intensità di 3 anni fa. Non fate con SCAMACCA l’errore che si faceva nel passato con un grande campione»

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Arrigo Sacchi ha parlato della Nazionale di Luciano Spalletti, sempre più vicina al proprio esordio ai campionati Europei

Arrigo Sacchi, oggi opinionista de La Gazzetta dello Sport, ha vissuto da Ct dell’Italia l’Europeo del 1996, dove non andò oltre il girone (nonostante un esordio vincente). Oggi sul quotidiano analizza la situazione della Nazionale che ha cominciato il ritiro.

SCUOLA – «Siamo una delle poche grandi nazioni di calcio senza una scuola. Ognuno per sé. Una volta ti potevi salvare perché non c’erano tanti stranieri, ma oggi è più dura. Per fortuna c’è un ottimo allenatore che ha dimostrato la sua bravura quando è diventato stratega. Solo che di giocatori strategici ne ha pochi…»

PESSIMISTA – «No, perché possiamo fare solo meglio del passato. Veniamo da due Mondiali saltati, anche se c’è l’Europeo vinto di mezzo: ma quell’intensità è andata persa. Ora dipenderà da noi. Se i giocatori seguiranno con modestia quello che dice Spalletti, bene. Altrimenti non andremo lontano».

SPALLETTI PROVA A IMPOSTARE A 3 «Se non prova adesso, quando? È intelligente, lasciatelo lavorare. Ha dimostrato il suo valore vincendo un grande scudetto nel Napoli con quasi undici sconosciuti. E non caricate di responsabilità alcuni giocatori come Scamacca. Perché se dite che deve sostenere l’Italia con i suoi gol gli fate un danno. Lo conosco, è un bravo ragazzo, un bel giocatore, ma caricarlo di responsabilità diventerebbe un problema. Totti in Nazionale non ha mai replicato la grandezza del club mentre tutti gli dicevano di prendere in mano l’Italia…»

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