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Napoli Atalanta, Sacchi: «Vi racconto Conte: da giocatore si scriveva già tutti gli esercizi che faceva. Lo amano non perché è primo in classifica, ma per un’altra ragione»
Le parole di Arrigo Sacchi, ex allenatore, in vista della sfida tra Napoli ed Atalanta nel campionato di Serie A. Tutti i dettagli in merito
Uno come Arrigo Sacchi, che ha rivoluzionato il calcio italiano da allenatore e lo osserva con attenzione da opinionista, non può che essere conquistato dal big-match che va in scena oggi alle 12:30 al Maradona. Napoli-Atalanta viene raccontata così nel suo intervento su La Gazzetta dello Sport.
CONTE VS GASPERINI – «Sono due fenomeni della panchina che hanno fatto, fanno e faranno ancora bene allo sport che amo. Ogni giorno loro lavorano per migliorarsi e questo è un segnale di grande intelligenza».
IL “SUO” CONTE – «Quando ero commissario tecnico della Nazionale l’ho voluto in azzurro. Era un ragazzo molto serio, si applicava tantissimo, e sapete che cosa faceva? Terminati gli allenamenti, scriveva tutti gli esercizi che avevamo svolto. Era un perfezionista, ed è rimasto tale. E, probabilmente, già allora sapeva che cosa avrebbe fatto da grande. Il mestiere dell’allenatore ce l’aveva nel sangue e nella testa».
IL NAPOLI – «Antonio è un tecnico che ha bisogno di entrare nelle teste dei giocatori. E’ un martello, e lo ha dimostrato: dopo quella sconfitta non ci sono più stati cali di rendimento. Cura i dettagli, non dà nulla per scontato, sa che nel calcio l’aspetto tecnico è importante, quello tattico pure, ma è fondamentale l’approccio mentale».
LO AMANO PERCHÉ PRIMO IN CLASSIFICA – «No, no. Credetemi che lo amerebbero anche se fosse secondo o terzo. Antonio è un ragazzo che dà tutto quello che ha. E quando uno fa il massimo non si può che rin graziarlo ed elogiarlo. Napoli è una piazza complicata, è abituata alla bellezza, è facile agli sbalzi d’umore. Antonio ha incantato il pubblico con il lavoro, e lo stesso è successo con i giocatori. Quando un atleta vede che il suo allenatore sgobba come un matto si sente in dovere di fare altrettanto. E il risultato è che, zitto zitto, il Napoli è primo in classifica».
IL GIOCO – «Una cosa semplice: i giocatori sanno che cosa devono fare sul campo. Hanno conoscenze perché l’allenatore gliele ha trasmesse. Arretrano quando è il caso di arretrare, pressano in zona offensiva quando si può fare, palleggiano a centrocampo per far uscire gli avversari. Il Napoli mi sembra proprio una squadra completa, e poi mi impressiona l’atteggiamento: per Antonio si butterebbero nel fuoco. In poco tempo ha fatto un grande lavoro».